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  • Se si sblocca anche Borriello, è proprio l'anno Juve (ma il Milan è irriducibile)
Se si sblocca anche Borriello, è proprio l'anno Juve (ma il Milan è irriducibile)

Se si sblocca anche Borriello, è proprio l'anno Juve (ma il Milan è irriducibile)

Boateng risponde a Borriello e il Milan rimane a 3 punti dalla Juve mentre le partite da giocare scendono a quattro.

Se si sblocca anche l'ex romanista, finalmente in gol con la maglia bianconera, anche questo è un segno chiaro: solo la Juve può perdere lo scudetto che stringe in pugno.

Cesena e Genoa non sono stati ostacoli agevoli da superare, ma la capolista e gli inseguitori se ne sono sbarazzati, come il pronostico imponeva.

Il Milan ha fatto più fatica della Juve perchè i rossoneri hanno la lingua penzoloni. Il che impone comunque di complimentarsi con Allegri e i suoi giocatori, irriducibili nel tampinare la squadra di Conte nonostante tutte le difficoltà che hanno dovuto superare.

La vicenda di Boateng in questa annata così balorda per lui, i suoi ripetuti infortuni, la scalogna che non l'ha mai mollato, sono il paradigma della stagione rossonera: il ghanese è troppo importante per i Campioni d'Italia perchè potessero permettersi il lusso di perderlo complessivamente per tre mesi. Invece è andata così e, guarda caso, gli è bastato entrare al 50' per segnare  il gol della speranza.

La Juve, invece, in questo campionato ha conquistato ben 19 punti nel secondo tempo: è la conferma  di quanto furore agonistico e determinazione le abbia trasmesso Conte. Il tecnico intravede il traguardo sempre più vicino e, dopo la schiacciante vittoria sulla Roma, ha avuto l'accortezza di stemperare gli eccessi di euforia, imponendo alla squadra di rimanere concentrata.

Record dopo record, Conte ha portato a 34 gare senza sconfitta la sua striscia di imbattibilità, eguagliando Fabio Capello e il suo formidabile Milan '91-'92.

E' vero che il Cesena si è rivelato un osso più duro di quanto i pronostici sulla carta avessero indicato, ma proprio per questo, la vittoria della Juve acquista un significato ancora più rilevante. Nella stessa misura in cui i rossoneri hanno penato per avere ragione di un Genoa ridotto in dieci dal 72', a causa dell'espulsione di Jankovic. 

 I rossoblù recriminano sul rigore negato loro per il fallo di mano di Nesta, mentre a Cesena il penalty per la Juve non c'era e Pirlo l'ha pure sbagliato (secondo errore consecutivo del fuoriclasse bresciano: anche i Grandi, ogni tanto possono sbagliare). Tant'è. Al di là degli episodi, le due rivali rispondono l'una all'altra colpo su colpo, a garanzia di un finale sempre più appassionante. Ma è la Juve che ha in mano il proprio destino e questo è il vantaggio che può risultare decisivo. 

Onore al Cesena, ritornato aritmeticamente in B, fra gli applausi dei propri tifosi. Questa è la cultura sportiva che deve vincere. Tre giorni dopo la vergogna di Marassi, in Romagna hanno dimostrato che non si tratta di un'utopia. Basta crederci.

 

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale www.calciomercato.com

 

  

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