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  • Serie A: 2 miliardi di euro in arrivo dai fondi, ecco i club favorevoli e contrari

    Serie A: 2 miliardi di euro in arrivo dai fondi, ecco i club favorevoli e contrari

    La Lega Serie A si divide sul tema dei diritti tv. Con l'appoggio dell'amministratore delegato Luigi De Siervo, il presidente Paolo Dal Pino lavora per coinvolgere uno o più fondi di private equity disposti a investire un paio di miliardi di euro per entrare con una quota nella media company, una società controllata dalla Lega che avrà il compito di commercializzare al meglio i diritti televisivi del campionato di calcio italiano. 

    Lazard, l'advisor finanziario della Lega, lunedì farà pervenire le offerte dei fondi per una percentuale tra il 10 e il 15% della media company. Secondo La Repubblica, il 10% della media company verrebbe valutato 1,15 miliardi di euro da Cvc, 1,38 miliardi da Bain e 1,49 miliardi da Advent. Questi sono i soldi che potrebbero entrare nella società e che servirebbero per lo sviluppo dell’attività di commercializzazione (circa 500 milioni di euro), mentre il resto potrà essere diviso tra le squadre con criteri ancora da definire o servire per stabilizzare i bilanci dei club nei momenti di crisi. 
    Proposte che saranno poi valutate e messe ai voti nell'Assemblea di Lega in programma giovedì 30 luglio a Milano. Per essere approvato il progetto dovrà avere il sostegno di 15 voti sui 20 totali oppure di 12 su 18 se non voteranno le due squadre già retrocesse: Brescia e Spal. 

    I grandi club Juventus, Inter e Milan sono favorevoli così come il Torino di Cairo. Roma, Atalanta, Cagliari, Sampdoria e Udinese sono ancora indecisi. Contrari Lotito (Lazio), Preziosi (Genoa), Setti (Verona) e De Laurentis (Napoli)
    . Quest'ultimo spinge per la via alternativa: una semplice cartolarizzazione dei diritti tv per conto di un canale delle squadre, coinvolgendo altri fondi come Fortress e Gso. Inoltre aleggia nell'aria il ritorno di Marco Bogarelli come consulente o di Infront, di Mediapro o di Wanda che, con il supporto di altri presidenti, vorrebbe tornare alla vecchia maniera: fare da consulente della Lega per gestire i diritti tv. 

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