Serie A: da Ibra a Higuain già 24 infortuni da inizio ripresa. Protestano tutti, ma è davvero un problema?
PROTESTANO TUTTI - Dall'Aic all'assoagenti fino ai vari allenatori sono tante le dichiarazioni che mettono in dubbio la bontà di ripartire con un calendario così fitto citando proprio gli infortuni come una delle componenti che condizionerà il proseguo del campionato. Proprio dall'assocalciatori sta arrivando la protesta più forte con le parole del vice presidente Umberto Calcagno: "Giocare ogni tre giorni sottoporrà i calciatori a rischi maggiori da un punto di vista fisico, oltre alle criticità legate alla quarantena forzata, nel caso di una positività, prevista tuttora nei protocolli. La curva degli infortunati salirà con l'alzarsi delle temperature".
È DAVVERO UN PROBLEMA? - Punti di vista che però non si rispecchiano, almeno per ora, nella casistica della nostra Serie A a un mese dalla ripresa. È vero, i problemi fisici testimoniati sono oltre una ventina, ma tutti o quasi di natura leggera e per molti già risolta come i casi Gomez e Perotti. Il caso più grave è sicuramente legato a Kostas Manolas del Napoli e per quanto riguarda Zlatan Ibrahimovic il paradosso è che per lo svedese la sosta tanto criticata non c'è mai realmente stata dato che si è allenato costantemente con l'Hammarby in Svezia. I casi di infortuni traumatici come quelli di Strakosha, Pau Lopez, Baselli e Milinkovic Savic (il medico della Lazio ha certificato che sarà in campo già alla prima di campionato) non possono essere invece imputabili a temperature, ritmi e ripresa dopo un lungo stop, ma semplicemente dovuti alla casualità.
COME UNA NORMALE PREPARAZIONE - Insomma, nulla che non rientri nella normale casistica di una normale preparazione estiva o di una ripresa dopo uno stop. Gli infortuni fanno parte del gioco e nel calcio moderno sono all'ordine del giorno. Ripartire in queste condizioni è davvero un problema?
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