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  • Serie B, un campionato in prestito - 2: Empoli e Pescara, c'era una volta la formazione

    Serie B, un campionato in prestito - 2: Empoli e Pescara, c'era una volta la formazione

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Chiamiamola pure Serie Borrow. La categoria dei calciatori in prestito dalla serie superiore. Un destino cui le società della Serie B si sono consegnate rinunciando pressoché in toto a fare formazione, cioè a produrre in casa il talento calcistico e a patrimonializzarlo, anche in vista di future cessioni. In fondo, la formazione costa. È un'attività ingrata e rischiosa. Ma al tempo stesso non si ha abbastanza denaro per fare reclutamento, e quanto allo scouting è un'altra attività che richiede impiego non indifferente di risorse. E allora cosa di più comodo che chiedere ai club di A il favore di concedere i loro esuberi? È una soluzione facilissima e permette pure di portare a casa qualche spicciolo alla voce “premi di valorizzazione”. Sicché meglio preoccuparsi di mettere su la squadra per la stagione agonistica che arriva. E quanto alla pianificazione del futuro, è troppa roba. Perché se è vero che nel lungo periodo saremo tutti morti, anche nel breve-medio potremmo avere la tosse. Dunque ci si proietti sull'immediato con prospettiva 30 giugno. 

    Vi abbiamo appena dato descrizione del Pensiero Unico che informa l'operato delle società di Serie B, la categoria dove l'ultima finestra di calciomercato ha visto parcheggiare ben 106 calciatori provenienti dalla Serie A. Ovvio che bisogni anche fare le valutazioni caso per caso, poiché vi sono anche società che hanno attinto pochissimo ai prestiti dalla categoria superiore (ma nessuna vi ha rinunciato). Però molti sono i casi eclatanti, e fra essi scegliamo quelli emblematici di un andazzo che sta prendendo una piega irreversibile. Si tratta di due club che per lunghi anni si sono dedicati alla formazione, patrimonializzando i calciatori che hanno saputo produrre e ricavandone forti utili. Adesso preferiscono affidarsi ai prestiti dalla Serie A per provare a raggiungere i rispettivi obiettivi. Questi club sono l'Empoli e il Pescara. 

    Empoli, la scorciatoia verso la Serie A - Giunta al secondo campionato consecutivo di Serie B la società del presidente Fabrizio Corsi prova stavolta a non sbagliare il colpo. E per riuscire a raggiungere l'obiettivo di tornare in Serie A decide di andare per le spicce. Così mette insieme 8 prestiti giunti dalla Serie A durante il mercato estivo. Dal Genoa sono arrivati i giovani Aigustinas Klimavicius e Andrea Cambiaso. Un terzo calciatore, Nicolò Casale, proviene dall'Hellas Verona. L'Udinese ha prestato il brasiliano Ryder Matos, l'Atalanta ha prestato Nicolas Haas e la Fiorentina ha prestato Aleksa Terzic E poi ci sono i due parcheggiati dalla Juventus: Mirco Lipari e Marco Olivieri. In verità soltanto parte di questi vengono utilizzati con frequenza. Si tratta di Matos, Terzic, Haas e Olivieri. Klimavicius, Cambiaso e Casale (soprattutto l'ultimo) sono calciatori che girano in prestito da una società all'altra. Quanto a Lipari, è aggregato alla Primavera empolese e come Olivieri fa avanti e indietro fra Juventus e Empoli per motivi che sarebbe fantastico conoscere. 

    Dal quadro fin qui descritto emergerebbe per l'Empoli una situazione non particolarmente drammatica. E tuttavia, per completare il quadro, vanno aggiunti i prestiti giunti a Empoli durante la finestra invernale del 2020: Riccardo Fiamozzi dal Lecce e Szymon Zurkowsky dalla Fiorentina. Per intenderci, dei 14 scesi in campo lo scorso sabato 21 novembre sul campo del Cittadella ben 6 sono calciatori in prestito: 4 nella formazione iniziale (Fiamozzi, Terzic, Haas e Matos) e 2 subentrati (Zurkowsky e Olivieri). Con quasi mezza squadra in prestito l'Empoli prova a tornare in Serie A. La scommessa sul futuro immediato è fatta. Quanto al futuro a medio-lungo termine, ci si penserà. 

    Pescara, raggranellare prestiti per salvarsi
    - Ma dunque, passi pure l'idea di prendere calciatori in prestito dalla Serie A per sperare di andare su, ciò che comunque permetterebbe di costruire qualcosa di meglio una volta approdati nella massima serie. Ma fare incetta di calciatori in prestito per strappare la salvezza in B, a cosa porterà mai? Bisogna chiederselo soppesando il pietoso caso del Pescara, che pure fino a qualche anno fa teorizzava il peso indispensabile delle plusvalenze per garantire l'equilibrio dei conti. Questo principio è stato messo nero su bianco nella nota integrativa al bilancio chiuso il 30 giugno 2015, laddove si diceva che bisognasse produrre plusvalenze da calciomercato per una quota corrispondente al 50% del fatturato

    E si potrà opinare finché si vuole sull'impronta di tale indirizzo gestionale, ma il vero problema sta altrove. Consiste in una semplice domanda: ma con quali calciatori, la società del presidente Daniele Sebastiani, pensa di realizzare plusvalenze se ne ha ben 14 in prestito? Fra questi, 13 sono giunti dalla Serie A, provenienti da Atalanta (Rodrigo Guth, Raoul Bellanova e Christian Capone), Benevento (Dejan Vokic e Luca Antei), Lazio (Fabio Maistro), Parma (Fabrizio Alastra), Hellas Verona (Salvatore Bocchetti), Genoa (José Asencio e Pawel Jaroszynsky), Roma (Alessio Riccardi), Juventus (Mattia Del Favero) e Cagliari (Damir Ceter). Il quattordicesimo calciatore in prestito è Mardochee Nzita, proveniente dal Perugia (Serie C). Nell'ultima gara di campionato, persa 2-0 sabato 21 novembre sul campo della Spal, hanno giocato 6 calciatori in prestito sui 16 utilizzati dal tecnico Massimo Oddo: 5 dall'inizio (Nzita, Bellanova, Vokic, Maistro e Asencio) e 1 subentrato (Capone). E con questo massiccio apporto di calciatori non propri il Pescara occupa meritatamente il penultimo posto in classifica. Il futuro? Meglio prendere in prestito un'altra domanda. 

    (2. continua)

    @pippoevai

    (La prima puntata è leggibile qui

     

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