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  • Sheva:| 'Milan-Liverpool ferita aperta'

    Sheva:| 'Milan-Liverpool ferita aperta'

    A cento giorni dall’inizio di Euro 2012, non poteva che essere Andriy Shevchenko a fare gli onori di casa e introdurci ufficialmente al torneo che si disputerà in Polonia e Ucraina con un’intervista esclusiva concessa a Eurosport. Nel corso della puntata di Eurogoal One to One che verrà trasmessa il prossimo 2 aprile su Eurosport (canale 211 del pacchetto Sky). In compagnia del nostro Stefano Bernabino, il capitano dell'Ucraina fa il punto della propria carriera, tra i ricordi agrodolci dei tempi milanisti, il Chelsea di José Mourinho. E uno sguardo a quello che deve ancora venire, l'appuntamento con il prossimo Europeo.

    TUTTO PRONTO PER LA FESTA – Shevchenko non vede l’ora di potersi giocare l’Europeo con la sua Ucraina: “Il primo obiettivo stagionale è vincere il campionato con la Dynamo Kiev in un campionato che è cresciuto molto di livello negli ultimi anni. Non riusciamo in questa impresa da due stagioni e sarebbe molto importante per i nostri tifosi. L’Europeo in casa, poi, significa molto per tutti noi. Non ho mai giocato in questa competizione, ho soltanto partecipato a un Mondiale ed è stato fantastico. Spero di poter dare il massimo a casa mia, per me si tratta di un’occasione molto importante. Il Paese ha lavorato duramente, ci sono stati dei problemi economici negli ultimi cinque anni, ma l’Ucraina ha dimostrato al mondo intero che non molla mai. Tutti gli stadi sono a posto, così come le infrastrutture. Ci sono stati grandi sacrifici, ma ora posso dirmi orgoglioso di questo successo”.

    SPAGNA FAVORITA, MA LA GERMANIA... – L’attaccante prova a fare un bilancio delle forze in gioco: “Credo che il nostro gruppo con Svezia, Francia e Inghilterra sia molto difficile. L’Europeo poi è ancora più duro di un Mondiale perché ci sono poche squadre e il livello medio è più alto. Prendere un girone facile diventa quasi impossibile. Io comunque sono ottimista perché il ritorno in panchina di Oleg Blochin ci ha aiutato parecchio: la squadra è cambiata molto, così come la nostra mentalità. Lui è stato un grande giocatore ed è stato il nostro simbolo per anni, ha vinto il Pallone d’Oro e ci ha portato al Mondiale per la prima volta da ct. E il suo ritorno ci ha dato molta fiducia”. Ma chi vincerà questo torneo? “La Spagna è di sicuro la squadra da battere, ma la Germania mi piace molto perché ha dei giocatori di grande talento come Ozil. Secondo me i tedeschi sono pronti per vincere. Poi ci sono anche Inghilterra, Italia, Francia, Olanda e Portogallo, che può vantare un Cristiano Ronaldo in forma eccellente. Noi speriamo di essere la sorpresa. Chi sarà la stella? Potrebbe essere Ronaldo, Ozil, Schweinsteiger, Rooney o Benzema. Sì, dico Rooney anche se salterà le prime due partite. Purtroppo giocherà la terza contro di noi”. In Ucraina, intanto, sono sicuri che ci sia già un erede di Sheva, Andriy Yarmolenko: “E’ molto forte, ha un grandissimo talento ed è molto veloce. Gioca in un’altra posizione rispetto alla mia e non è una punta, ma un attaccante esterno. Segna tantissimo, è davvero forte. Se potrà diventare come me? Se lavorerà tanto ce la farà. Questo può essere il suo torneo. I campioni escono sempre fuori nelle partite importanti”.

    MILAN, IL RICORDO PIU’ BELLO E IL PIU’ BRUTTO – A un giocatore con una carriera fantastica come la sua non si può non chiedere qualcosa del passato. “La vittoria più importante della mia carriera è senza dubbio la Champions League vinta con il Milan contro la Juventus – dice Shevchenko -. Il mio sogno era vincere quella competizione e ce l’ho fatta segnando il rigore decisivo. Quello che mi ha permesso anche di coronare il secondo sogno, vincere il Pallone d’Oro. Quello è il mio gol più bello”. Certo, poi di finale di Champions ce ne è stata anche un’altra, nel 2005 a Istanbul: “Quella partita è stata incredibile. Non riesco ancora a dare una spiegazione di quello che è successo. Non voglio nemmeno rivedere le immagini, specie quell’occasione che ho avuto nel finale della partita. Il mio colpo di testa era perfetto, 1000 volte su 1001 la palla entra dentro. Forse è soltanto colpa del destino, lui devia la palla in un modo davvero stranissimo. Incredibile”.

    TRA ANCELOTTI E MOURINHO – Tra i tanti allenatori importanti con cui ha lavorato, Sheva non ha dubbi sulla scelta dei migliori: “Quello più importante è stato senza dubbio Lobanovskyi, un secondo padre per me alla Dynamo Kiev. E poi di sicuro Carlo Ancelotti. Con lui abbiamo vinto tanto, avevamo un rapporto speciale e con lui ho vissuto gli anni migliori della mia carriera. Mourinho? Ho avuto un buon rapporto anche con lui, mi piaceva il suo modo diretto di trattare con le persone. Non abbiamo mai discusso. Lui prendeva le sue decisioni, io ho preso le mie. Ma c’è sempre stato un ottimo rapporto. La stampa britannica ha ricamato molto su di noi, ma nulla di quello che scrivevano era vero. Adesso penso che il suo Real Madrid sia favorito sia per la Liga che per la Champions League. Che venga criticato non mi sorprende, perché i critici ci sono sempre quando alleni una grandissima squadra”. Un pensiero alla parentesi sfortunata al Chelsea però non manca: “Sono arrivato nell’estate del 2006, dopo un Mondiale fantastico nel quale però mi sono infortunato all’ultima partita contro l’Italia. Ho avuto soltanto dieci giorni per riposarmi, sono andato in ritiro e tutto era nuovo. Dai compagni di squadra alla lingua. Non ero pronto fisicamente e per questo ho sofferto nei primi quattro mesi, sono entrato in forma e ho avuto tre mesi buoni. Ma poi mi sono fatto male ancora. Ho sofferto molto, nonostante tutti mi stessero trattando bene. Ho sofferto perché fisicamente non riuscivo a esprimermi al massimo. Sono ancora molto dispiaciuto per questo”.

    IL RITIRO NON E’ UN PROBLEMA – Shevchenko guarda anche avanti, pensando a quello che accadrà dopo l’Europeo: “Non è un problema pensare al ritiro dopo vent’anni di calcio. Sarebbe un problema se non avessi realizzato i miei sogni, ma io ho ottenuto tutto. Mi manca soltanto l’Europeo. Il resto è andato come doveva andare. Vittorie e sconfitte fanno parte dello sport e io non avrei potuto essere più fortunato. Sono molto soddisfatto della mia carriera. Quindi quando deciderò di ritirarmi lo farò senza problemi, vedremo dove mi porterà la mia vita”.

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