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  • Shevchenko 'cancella' CR700: il no al Milan per l'Ucraina, missione compiuta

    Shevchenko 'cancella' CR700: il no al Milan per l'Ucraina, missione compiuta

    • Federico Albrizio e Angelo Taglieri
    Nella sera in cui Cristiano Ronaldo diventa CR700, silenziosamente c'è un ex numero 7 che, a suo modo, fa festa. In un calcio sempre più urlato, in un calcio in cui chi distrugge fa più notizia di chi costruisce, in un calcio che cerca sempre il cambiamento, Andry Shevchenko si è sempre contraddistinto con la sua voce, timida, leggera, romantica, e col suo essere sempre sportivo. Un esempio? Milan-Bayern, 2005. Khan gli para un rigore e gli esulta in faccia. Dopo qualche minuto, l'ex 7 del Milan lo buca. Ed esulta insieme alla sua gente, quella rossonera. E lo ha fatto anche nella notte del fuoriclasse portoghese, col quale si è complimentato: Sheva ha portato, insieme agli italiani Mauro Tassotti e Aldo Maldera, l'Ucraina a Euro2020. E ha esultato col suo popolo.

    CHE PERCORSO! - Percorso netto, quello di Yarmolenko e compagni: 6 vittorie e un pareggio in 7 partite, 15 gol fatti e solamente 2 subiti (uno contro il Lussemburgo, uno ieri sera  contro il Portogallo). Obiettivo raggiunto con un turno d'anticipo in un girone per niente semplice, visto che i gialloblù dovevano giocarsela con Portogallo e Serbia, che invece dovranno duellare fino all'ultimo tra di loro. Sheva esulta, al ritmo del suo battito di mani, a centrocampo: squadra e tifosi sono con lui. E con lui vanno avanti. 




    QUANDO AL MILAN? - Andry Shevchenko si sta dimostrando una grande guida, aiutato da assistenti di valore quali sono gli ex milanisti Tassotti e Maldera. Carlo Ancelotti si è detto stupito di vederlo allenatore, Sheva ha stupito sulla panchina della sua nazionale. Per restare a casa ha detto no all'altra casa, quella rossonera, quel Milan che ci ha chiacchierato, con Maldini e Boban, una sera a cena, nel pieno dei giorni che hanno sancito l'esonero di Marco Giampaolo. No, troppo presto, meglio continuare nel suo percorso, nel suo cammino, nella sua esperienza con l'Ucraina, che non è ancora finita. E poi chissà, dopo l'Europeo, tutto è possibile. Stefano Pioli, senza Europa, può salutare, Sheva, a obiettivo raggiunto, può pensare ad altro. Del resto, lo ha detto lui: "Il Milan è nel mio cuore". 

     

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