I vergognosi fatti di Genova non possono e non devono far passare inosservata l'immensa prestazione della Robur, che fino alla sospensione della gara (e cioè finchè è stata una partita vera) era sembrata assoluta padrona del campo, umiliando i padroni di casa che dopo lo svantaggio si sono sciolti come neve al sole. Eppure Preziosi nel consiglio di Lega di otto giorni fa aveva spinto fortemente per il rinvio della giornata e non per lo slittamento, sperando che i suoi facessero bottino pieno con la Robur per poi poter andare a San Siro più sereni. Un azzardo smentito clamorosamente dal campo, dove un Siena super ha annientato la debole resistenza di una formazione ricca di campioni, o presunti tali, sulla via del tramonto e in piena crisi tecnico-tattica anche per colpa dell'ormai ex allenatore Malesani.

Ma il pessimo stato di forma di una nobile decaduta non deve far passare in secondo piano una partita praticamente perfetta da parte di una squadra che ha ormai raggiunto una eccellente maturità, non solo tattica ma anche caratteriale. Le scelte di Sannino sono state premiate. Ottimi gli esterni Grossi e Giorgi (quest'ultimo arrivato tra lo scetticismo di una parte dell'ambiente e rivelatosi invece, come Bogdani, un ottimo elemento in grado di dare una mano decisiva alla squadra), compatta e attenta la difesa, con un ritrovato Brkic e protetta dalla solita barriera in mezzo al campo.

A tutto ciò si è unita la conferma di Mattia Destro, e soprattutto la solita sontuosa prestazione di Franco Brienza, questa volta decisivo anche in zona gol grazie allo spostamento in attacco. Suona molto strano avere 42 punti e non poter ancora celebrare la salvezza. Adesso a meno di clamorose sorprese l'obiettivo è davvero ad un passo: ma guai però ad alzare le mani dal manubrio prima di aver tagliato il traguardo. Domani contro il Bologna può essere l'occasione giusta per provare a spiccare il volo, Di Vaio e Portanova permettendo.