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  • Simeone si illude, poi esce Morata e il Real si sveglia: il Cholo è in bilico
Simeone si illude, poi esce Morata e il Real si sveglia: il Cholo è in bilico

Simeone si illude, poi esce Morata e il Real si sveglia: il Cholo è in bilico

  • Renzo Parodi
    Renzo Parodi
Se il Real Madrid fa il Real Madrid non ce n'è per nessuno. E difatti il derby della capitale spagnola lo conquistano i blancos di Zidane, gol partita di Benzema all'11' della ripresa. Povero Simeone: il gagliardo primo tempo dei suoi, al cospetto di un Real lezioso e sonnolento, lo aveva illuso di sfangarla. E' bastata la ripresa a capovolgere gli equilibri e a far emergere di prepotenza tutte le doti tecniche della capolista. Ora il Cholo è più che mai in bilico, scosso dalla contestazione di una parte della tifoseria biancorossa che ha dimenticato, evidentemente, i tanti successi propiziati dalla panchina dal tecnico argentino.

Il Real festeggia e allunga in classifica sul Barcellona impegnato domenica in trasferta con l'Osasuna. Fatale ai conchoneros anche l'infortunio di Morata, costretto a lasciare il campo dopo 5' della ripresa. Lemar, che lo ha sostituito, non ha praticamente inciso nel match. E la squadra ha perso il suo riferimento avanzato, nel primo tempo capace di tenere in costante allarme la difesa del Real. Anche i cambi di Zidane, decisi e non forzati, hanno contribuito ad indirizzare la partita verso i colori realisti. Gli ingressi in avvio di ripresa di Vinicius, talentuoso brasiliano di 19 anni, per Isco e di Lucas Vasquez per Kroos hanno rivitalizzato il compassato centrocampo, nel quale ha giganteggiato Valverde, uomo ovunque ed ispiratore della manovra del Real.

L'Atletico che ha segnato appena 22 gol e uno solo nelle ultime sei gare, patisce l'assenza per infortunio del gioiellino Joao Felix, pagato in estate 126 milioni di euro, nonché il mancato arrivo dal Psg di Cavani. Simeone ha dovuto accontentarsi di Carrasco, un cavallo di ritorno dalla Cina che peraltro, nello spicciolo di gara che ha disputato subentrando a Vitolo, ha dato qualche segno di vita.

Nel primo tempo si era annullata la differenza tecnica e di morale tra le due squadre segnalata alla vigilia dai media. In campo erano spariti i 10 punti in classifica (46 contro 36) che separavano le merengues dai rivali. Il Real giocava elegante, arioso, ma pure un tantino frivolo nel palleggio fitto ma fine a se stesso. Kroos, Casemiro e Valverde, modelli di stile, ricamavano sul pallone trame leggiadre, ma alla fine dei conti il risultato era effimero in termini di palle-gol create. Modric, stranamente, restava spesso fuori dalla manovra, defilato sulla destra e ininfluente. In avanti Benzema, unica punta designata di ruolo, affogava nella tenaglia di Savic e Felipe, difatti le uniche due occasioni da gol per il Real erano capitate sul piede (sbilenco nelle due circostanze citate) di Sergio Ramos, salito in avanscoperta a fare il guastatore nell'area avversaria. Il sanguigno difensore centrale di Zidane le aveva maldestramente "ciccate" entrambe (specie la seconda) nei primi dieci minuti di gioco. Incoraggiando così l'Atletico a mettere la testa fuori dal guscio nel quale l'aveva rinserrato Simeone. Superato il platonico tourbillon felpato dei rivali in bianco, l'Atletico aveva preso coraggio e riordinato le idee, cominciando a stuzzicare la difesa avversaria con ripartenze razzenti e verticalissime. Minuto 17, Vitolo calcia forte ma centrale addosso a Courtois; minuto 19, sinistro di Saul appena largo sul palo corto; minuto 23 uno due Correa-Vitolo-Correa e tiro sottomisura col pallone che scheggia il palo di Courtois.

Le ficcanti penetrazioni centrali del trio Correa-Vitolo-Morata tenevano in costante allarme Varane, Ramos e Carvajal, complicando le uscite della mediana madridista. Minuto 32, contatto più che sospetto in area di Casemiro in recupero su Morata: l'arbitro, il catalano Estrada Fernandez, è a tre passi ma non fiata e il Var tace. Simeone in panchina è una furia e al 39' si prende il giallo per proteste, Zidane si comporta come un gentiluomo inglese al club di Savile Row e quasi non muove ciglio. I due tecnici riproducono nei tratti le caratteristiche delle rispettive squadre.

Ripresa. I due cambi decisi da Zidane (Vinicus per Izco e Vasquez per Kroos) rianimano il Real, l'uscita forzata di Morata sostituito da Lemar, appassisce le velleità dell'Atletico. Magicamente il centrocampo dei Blancos ritrova la fluidità di fraseggio e affonda nella carne dei rivali con facilità irrisoria. Il gol di Benzema è un capolavoro di tecnica e di tempismo. Palla filtrante di Vinicus in area per Mendy, scattato con un taglio perfetto da destra, cross al bacio per il francese e addio Oblak: 1-0 per il Real e il match virtualmente termina qui. Il resto della ripresa è un monologo dei ragazzi di Zidane, l'Atletico annaspa e non riesce più a presentarsi dalle parti di Courtois, fatte salve un paio di generose impennate di Carrasco, subentrato a Vitolo. Il pallone scorre quasi sempre fra i piedi dei blancos, i colchoneros inseguono in debito di energie e Simeone nel finale non può che ricorrere ai ragazzi, buttando dentro il diciannovenne Camello per l'esausto Thomas. Si termina con qualche scintilla fra Vrsaljko, Mendy e Casemiro, tutti e tre finiti sul taccuino dell'incerto arbitro Estrada Fernandez, indulgente sul sospetto fallo da rigore del primo tempo ai danni di Morata; se lo avesse fischiato forse racconteremmo un'altra storia. Cuore tenero, il fischietto catalano, al 42' non se l'è sentita di ammonire Felipe che aveva arrotato Valverde: a termini di regolamento, il brasiliano sarebbe dovuto essere espulso per doppio giallo. Dettagli.

Per gli amanti delle statistiche, al "Bernabeu" hanno gioito oltre 77mila spettatori paganti. Il Real è imbattuto da 8 match di Liga contro i cugini, mentre l'Atletico ha perso l'imbattibilità al Bernabeu che durava da sei derby.    
 

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