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  • Farina da eroe a disoccupato:| 'Era vicino al Perugia'
Farina da eroe a disoccupato:| 'Era vicino al Perugia'

Farina da eroe a disoccupato:| 'Era vicino al Perugia'

E’ rimasto senza squadra, almeno in Italia. Forse sbarcherà in Inghilterra Simone Farina, il biondo terzino noto per la sua denuncia di un tentativo di combine. L’ex Gubbio è stato a un passo dal Perugia, parola del dt Alvaro Arcipreti.

A un passo dal grifo Simone Farina, l’ambasciatore del calcio pulito, il calciatore che troverà posto non nelle enciclopedie calcistiche per le sue imprese sportive, o meglio, non solo per quelle, visto che qualche soddisfazione se l’è pure tolta, la doppia promozione da titolare con la maglia del Gubbio, ad esempio, è stato ad un passo dal Perugia. Se non è nella rosa che Santopadre e Moneti hanno consegnato a Battistini è per una differenza tra offerta e richiesta di gran lunga inferiore alla somma che il difensore romano rifiutò per la celeberrima tentata combine per la partita di Coppa Italia Cesena-Gubbio. Se appena Santopadre avesse fatto un rilancio di 10 -15 mila euro oggi Farina vestirebbe la maglia del Grifo, come il suo ex compagno della scorsa stagione Ciofani. Forse fu proprio il mancato accordo che fece cambiare la strategia: il Perugia in quel ruolo di terzino sinistro preferì puntare su un giovane sottoquota anche per incamerare i contributi della Lega.


Da eroe a disoccupato Ma prima facciamo un passo indietro. Poco dopo metà agosto, Farina ha rescisso il suo contratto con il Gubbio calcio. La sua storia è uscita dalla periferia del calcio per la ribalta planetaria con l’esplosione dello scandalo del Calcio scommesse. Il terzino del Gubbio, in particolare, così come il collega della Ternana Fabio Pisacane, denunciò un tentativo di combine. In particolare, disse di no a 200 mila euro all’ex compagno Alessandro Zamperini per truccare la gara di Coppa Italia Cesena Gubbio. La denuncia di Farina diventa, oltre che un elemento dell’operazione Last Bet, un simbolo del calcio pulito. Farina viene nominato ambasciatore del calcio pulito con Pisacane, invitato da Blatter alla consegna del Pallone d’oro, poi da Prandelli a partecipare a uno stage della nazionale a Coverciano. E, ancora, è colui che effettua il giuramento al Torneo di Viareggio del 2012. Fino all’estate. Poi la fine del rapporto col Gubbio: risoluzione consensuale. Poi più nulla: finisce il calciomercato e Farina resta a piedi. Svincolato. Ora ci si chiede se per sua scelta o perché abbia trovato le porte chiuse. Il suo telefono resta spento: non concede interviste. A parlare è, invece, il direttore dell’area tecnica del Perugia Alvaro Arcipreti.

Arcipreti chiama Farina E’ stato il direttore del Perugia a facilitare i due incontri, che sono avvenuti poche settimane fa, quando Farina si era convinto che il Gubbio non lo avrebbe riconfermato. Lui che ha un solidissimo rapporto di amicizia con il calciatore, o forse occorrerebbe usare l’espressione di «ex». Arcipreti portò Farina dal Gualdo al Gubbio e questa estate è stato presente ai due incontri tra Farina e Santopadre, il primo ad Umbertide, il secondo a Fiano Romano. Martedì pomeriggio squilla a vuoto il cellulare del ragazzo cresciuto nelle giovanili della Roma, con il classico segnale di un apparecchio che si trova all’estero. «Simone – spiega Arcipreti – mi ha confidato di avere un rapporto leale e di autentica stima ed amicizia con Blatter, e questo aspetto lo ha probabilmente distolto dal proseguire la carriera da calciatore. Io lo conosco bene, molto bene, conosco praticamente tutto di lui, perché prima ancora che diventasse suo malgrado protagonista del calcio pulito, ci sentivamo quasi tutti i giorni».

Verso Londra Arcipreti è ovviamente vincolato al segreto professionale, ma per le confidenze ricevute dal calciatore-amico un’idea sul futuro di farina ce l’ha: «Penso che accetterà grazie ai buoni uffici di Blatter la proposta dell’Aston Villa, il glorioso club inglese che vuole affidargli compiti di educatore per le nuove generazioni, modello per chi deve sempre e comunque onorare il principio di lealtà». Per quelle che erano le prospettive di partenza, il gesto di Farina acquista maggiore consistenza se si pensa che il suo ingaggio è stato sempre al di sotto dei 50 mila euro, ma è anche vero che ad un certo punto gli operatori di mercato lo hanno individuato come calciatore di serie C, impossibile dunque pensar che società di categoria superiore potessero chiamarlo.

Boicottaggio? Ha dunque pagato Farina la denuncia dell’illecito visto che il calcio italiano si è praticamente dimenticato di lui? «Non penso affatto ci sia stato un boicottaggio, anzi lo escludo, almeno per quando riguarda il Perugia, visto che noi veramente eravamo interessati a lui. Penso piuttosto – aggiunge Arcipreti – che chi non lo conosce ha pensato che la vicenda mediatica lo abbia distolto e frastornato a tal punto che vivere la quotidianità di calciatore sarebbe stata durissima».


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