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  • SOLO JUVE. Brio a CM: 'Sì a Ranocchia, no a Bonera. Questa Juve ancora distante dalla mia'

    SOLO JUVE. Brio a CM: 'Sì a Ranocchia, no a Bonera. Questa Juve ancora distante dalla mia'

    • Gianluca Minchiotti
    E' Sergio Brio il protagonista di questa settima della rubrica SOLO JUVE. Leccese, classe 1956, Brio giocò con la maglia bianconera dal 1978 al 1990, vincendo quattro Scudetti, tre Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale. In una parola, tutto. Ai microfoni di Calciomercato.com, l'ex stopper parla della difesa bianconera, del suo conterraneo Antonio Conte, del mercato e della differenza fra la sua Juve e quella attuale. 
     
    Parlando con un grande ex difensore, partiamo dalla difesa. La Juventus in Italia ha vinto con il 3-5-2, ma in Champions da anni vincono le squadre che adottano la difesa a quattro. Per vincere in Europa, Conte dovrà cambiare modulo?
    "La Juventus ha una difesa collaudata, che è quella della Nazionale. Contano le cifre finali, e le cifre dicono che la difesa della Juve è quella che prende meno gol. Con questi giocatori, per le caratteristiche che hanno, Conte deve continuare a giocare così, perché è il modulo che si deve adattare ai giocatori, e non viceversa. Con altri difensori, invece, potrebbe anche cambiare modulo".
     
    Mercato difensori: i nomi che circolano, in orbita Juve, sono quelli di Bonera (Milan), Ogbonna (Torino), Ranocchia (Inter) e Regini (Empoli). Lei chi prenderebbe?
    "Ranocchia non sarebbe male. Nelle ultime due stagioni è stato un po' travolto dal marasma nel quale è caduta l'Inter. Ma credo che abbia buone qualità e poi ha già giocato con Bonucci, col quale aveva un grande affiatamento".
     
    Il più vicino invece sembra Bonera...
    "Ha esperienza, ma se non gioca nel Milan cosa potrebbe dare a una difesa come quella della Juve, che è già nettamente più forte di quella rossonera?".
     
    Mercoledì sera il Chelsea, vincendo l'Europa League (ex Coppa Uefa), ha raggiunto Juventus, Ajax e Bayern Monaco nel ristretto novero di squadre capaci di vincere tutte le competizioni Uefa. Lei fece parte di quella Juve che, per prima, raggiunse questo traguardo. Fatte le debite premesse sulla differenza del calcio attuale con quello degli anni '80, nella Juve attuale c'è qualcuno che avrebbe potuto giocare nella Juve di Trapattoni?
    "Senza offendere nessuno, credo di no. Quella Juve vinse tutto, in Italia, in Europa e nel Mondo, questa per ora ha vinto solo in Serie A. Quando vincerà anche una competizione internazionale, allora ne riparleremo".
     
    Cosa manca alla squadra di Conte per vincere anche in Europa?
    "Manca quello che ha detto Conte. Questa squadra ha fatto tantissimo in Italia, venendo da due settimi posti. Conte, con la bacchetta magica, ha trasformato la cenerentola dei due settimi posti in una principessa, ma avendo a disposizione un materiale non sempre di prim'ordine. Ora vuole una squadra competitiva per la Champions e per quella ci vogliono ancora 5-6 giocatori all'altezza di una Juve che vuole essere europea".
     
    Parliamo di Conte, leccese come lei. Nel recente confronto con la società ha mostrato tutto il suo carattere...
    "E' stato molto chiaro, esplicito. E' anche un ambizioso, vuole sempre il meglio, incarna perfettamente il ruolo dell'allenatore. Si merita tutti gli elogi possibili, perché alla Juve ora tutto gira intorno a Conte, persino Vinovo. Due anni fa, alla luce dei tanti infortuni, si parlava della 'maledizione' dei campi di Vinovo e si diceva che la Juve pensasse di lasciare il suo centro sportivo. Lui ha fermato tutto, dimostrandosi un allenatore abile anche nel ramo... immobiliare".
     
    Concludendo, guardando allo Scudetto appena vinto, quale pensa sia stato l'elemento decisivo?
    "Ha vinto lo spogliatoio, ha vinto la società, ha vinto Conte. Tutti alla Juventus stanno al loro posto. In due anni, solo Quagliarella si è permesso di dire una mezza parola ad Alessio dopo una sostituzione. Per il resto, tutti muti e compatti, senza alzare la voce. Zero polemiche e comunione di intenti, è così che si vince".
     
    In attesa di vincere anche in Europa, almeno sotto quest'ultimo aspetto, la Juve di Agnelli e Conte ha già raggiunto quella di Boniperti e Trapattoni. 

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