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  • SOLO MILAN, Fiorin: 'Inzaghi ha le qualità del grande allenatore'

    SOLO MILAN, Fiorin: 'Inzaghi ha le qualità del grande allenatore'

    • Andrea Distaso

    Col successo per 3-0 sul campo del Varese, la formazione degli Allievi Nazionali del Milan allenata da Filippo Inzaghi ha ottenuto il secondo posto nel girone B alle spalle dell’Inter e l’aritmetica certezza di partecipare alla Final Eight Scudetto. Un risultato che fa il paio con quello ottenuto dalla Primavera di Dolcetti e con i playoff a cui dovranno partecipare i Giovanissimi Nazionali: la dimostrazione che gli investimenti fatti dalla società nei confronti del settore giovanile iniziano a pagare. Per parlare di tutto questo, Calciomercato.com ha intervistato in esclusiva l’allenatore in seconda degli Allievi Nazionali Fulvio Fiorin (che ricopre anche l’incarico di coordinatore tecnico dell’Agonistica e di docente di tecnica per l’Academy del Milan).

    Mister, dopo i tanti complimenti piovuti da più parti per il risultato della squadra, a mente fredda anche Lei e Inzaghi avete una maggiore consapevolezza di quello che siete riusciti a fare?

    “L’aspetto che ci rende più orgogliosi è aver assistito ad una crescita del gruppo costante e progressiva da inizio stagione ad oggi. Col passare delle settimane, i ragazzi hanno acquisito una cultura del lavoro e un’autostima che ci hanno permesso di capitalizzare tutto il lavoro che abbiamo fatto. Quindi un plauso particolare va ai ragazzi”.

    Miglior attacco del girone B con 69 gol in 26 partite e una striscia di imbattibilità che dura da 17 partite. Possiamo dire che l’attacco ha fatto la differenza più di tutto o sono altri i punti di forza di questa formazione?

    “Indubbiamente, la nostra volontà di proporre una mentalità offensiva e un calcio sempre votato all’attacco è stata premiata. Siamo scesi in campo sempre con l’obiettivo di imporre il nostro gioco e paradossalmente, analizzando i dati che abbiamo raccolto dopo ogni gara, risultiamo come una delle squadre che ha la minore percentuale realizzativa sulle occasioni da gol create. Produciamo molto in termini di azione offensiva, ma ci manca ancora qualcosa sotto l’aspetto della finalizzazione”.

    E’ possibile individuare un momento specifico della stagione in cui il suo Milan ha svoltato?

    “Ribadisco che la squadra ha avuto un percorso di miglioramento continuo in questo anno e anche nel girone d’andata, nel quale abbiamo perso tre scontri diretti con formazioni che hanno lottato con noi fino all’ultimo, non siamo andati male. In quelle occasioni non siamo stati fortunati e probabilmente con tre pareggi oggi ci troveremmo addirittura in testa alla classifica. Forse il successo nel Torneo di Rieti (3-2 sullo Zenit San Pietroburgo) ha cementato le certezze acquisite dai ragazzi sulla propria forza.

    Un'altra dimostrazione dell’ottimo lavoro fatto da Lei e Inzaghi è la convocazione di ben 5 ragazzi (il portiere Ferrari, il difensore Calabria, gli attaccanti Fabbro, Vido e Di Molfetta) al prossimo Europeo Under 17 con la Nazionale di Daniele Zoratto. Chi vi ha stupito di più tra questi giocatori?

    “Ovviamente c’è grande soddisfazione per queste chiamate, che sono una delle dimostrazioni tangibili della crescita individuale dei nostri giocatori. Parliamo di elementi che hanno dimostrato ampiamente il loro valore in campionato. Siamo particolarmente stupiti della grande crescita che ha avuto Davide Calabria (classe 1996), che ha dimostrato di essere un calciatore di ottimo livello nel suo ruolo”.

    Veniamo finalmente a Lei e a quello che è stato il Suo contributo nel corso di questa annata. In cosa consiste principalmente il suo lavoro?

    “Faccio parte innanzitutto di un gruppo di lavoro fortemente coeso che ha avuto nella sua unità d’intenti il grande punto di forza. Nel corso degli allenamenti specifici per ogni reparto, io mi dedico al lavoro con i centrocampisti, Stefano Nava ai difensori, William Vecchi ai portieri e Inzaghi agli attaccanti. Ma il nostro è un lavoro sinergico, in cui tutti i componenti dello staff hanno voce in capitolo anche sugli aspetti non strettamente di loro competenza e questo ci permette di avere una condivisione totale del lavoro che viene programmato insieme ai ragazzi”.

    Che allenatore è Fillipo Inzaghi?

    “Ha portato nel suo nuovo ruolo tutte quelle qualità che lo avevano contraddistinto da calciatore. Ha trasmesso fin dall’inizio un grande entusiasmo ai giocatori e ai suoi collaboratori e ha dimostrato con i fatti di saper leggere con anticipo quello che avviene sul campo, oltre alla capacità di fare le scelte giuste al momento giusto. Due doti che caratterizzano un bravo allenatore”.

    La sua lunga permanenza nel settore giovanile del Milan (dal 1991 al ‘95, dal 1999 al 2001 e dal 2002 a oggi) le permette di poter fare un’analisi su quanto è cambiato da allora ad oggi. Un caso che tutti questi risultati arrivino insieme dopo annate con minori soddisfazioni?

    “I successi, a dir la verità, non sono mancati in questo lungo arco di tempo, ma probabilmente arrivavano più per le capacità individuali di qualche allenatore o dei giocatori che aveva a disposizione. Da qualche anno, il Milan ha cambiato passo e, grazie a una progettualità diversa che ha coinvolto tutti i settori che caratterizzano l’attività delle giovanili, ha migliorato moltissimo la propria struttura adeguandola a quelle delle realtà europee più importanti”.

    Chiudiamo con un accenno al futuro. L’aspettativa Sua e di mister Inzaghi è di poter essere promossi alla guida della formazione Primavera al termine di questa stagione?

    “Con la premessa che anche questa volta mi metterò a disposizione della società e valuterò con essa il da farsi, non nascondo che mi piacerebbe poter continuare a collaborare con questo gruppo di lavoro e mettermi alla prova in un contesto diverso. Sarei molto felice di cogliere questa eventuale opportunità”.

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