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  • Spalletti è il nuovo Carmelo Bene
Spalletti è il nuovo Carmelo Bene

Spalletti è il nuovo Carmelo Bene

  • Pippo Russo
L’attesa è stata lunga, ma finalmente gli orfani di Carmelo Bene hanno trovato l’erede del Maestro. È Spalletti Luciano da Certaldo, un uomo che per campare ha dapprima condotto un’onesta carriera da centrocampista per poi convertirsi in quotato allenatore di livello nazionale e internazionale, ma che proprio nel periodo più recente ha messo in mostra il vero talento: quello dell’istrionico mattatore, capace di piazzare in qualsiasi momento un colpo di teatro da lasciare esterrefatti giornalisti e tifosi. Un marziano nel mondo del pallone italiano, il vero spettacolo romanista.

Ormai l’allenatore giallorosso è una trovata continua, e ieri se n’è avuta ulteriore dimostrazione. Dapprima c’è stato quello sguardo prolungato, della durata di due minuti circa, rivolto allo spettatore dello stadio Ezio Scida di Crotone piazzato sopra la panchina del tecnico romanista. L’aveva insultato a lungo, dopo che la curva crotonese aveva intonato a lungo cori del genere “Spalletti tagliati i capelli” (grande umorismo, nevvero?). E a quel punto il mister giallorosso ha puntato lo sguardo addosso al suo molestatore, volgendo le spalle al campo e alla partita. Una scena straniante, con lo svolgersi della gara che diventava dettaglio superfluo. E immaginate un po’ come deve essersi sentito quel cuor di leone in tribuna, dovendo reggere per due minuti e rotti lo sguardo spiritato di Spalletti Luciano da Certaldo. Quanti di voi avrebbero resistito? Poi, nel dopo-partita, l’allenatore giallorosso è tornato sulle sventure di Nainggolan, riguardanti le incaute esternazioni del centrocampista. Lì ha affermato che si sarebbe preso cura lui dell’esuberante belga, mettendolo a dormire con sé nel letto matrimoniale.

Del resto, su Nainggolan l’allenatore si era già espresso, definendo “sciacalli” quei tifosi che ne avevano carpito le dichiarazioni anti-juventine per poi diffonderle in rete. Soprattutto, l’allenatore ha piazzato un’estemporanea davanti alle telecamere, effettuando un pubblico appello in favore del nuovo stadio della Roma “e dei nuovi stadi in tutta Italia”. Esternazione piuttosto qualunquista, in verità (giusto per dire: chi paga il conto degli “stadi da fare in tutta Italia”?), ma dall’indiscutibile impatto istrionico. Compiuta da un guastatore televisivo che occupa la scena nel pieno della diretta, dice ciò che gli pare senza lasciare al cronista il tempo di capire cosa stia succedendo né d’interloquire, e poi se ne va insalutato ospite. Un mattatore assoluto.

Questa nuova versione di Luciano Spalletti è una variante inedita per il panorama degli allenatori nostrani e per il calcio di questo paese. L’allenatore istrione, le cui performance oltrepassano la dimensione calcistica per trasformarsi nel repertorio dell’One Man Show. E non ho idea da dove giunga questa trasformazione. Forse è soltanto un modo che l’uomo di Certaldo si è dato per rendersi meno spigoloso il lavoro quotidiano a Roma, la tecnica di sopravvivenza per stare bene dentro una delle piazze calcisticamente più difficili al mondo. C’è di sicuro che uno Spalletti così è pura goduria, uno spettacolo a sé per il quale si potrebbe anche chiedere un supplemento al prezzo del biglietto. C’è la partita, e in parallelo c’è l’esibizione di quello straordinario animale da palcoscenico chiamato Luciano Spalletti. Siete proprio sicuro d’esseri lì per assistere alla prima e non alla seconda?
@pippoevai

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