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Spalmania: l'altra faccia della medaglia

Spalmania: l'altra faccia della medaglia

  • Andrea Robertazzi
Quella vista contro la Fiorentina è stata una Spal decisamente sotto tono, estremamente distante da quella brillante e affamata ammirata in questo avvio di stagione. L’altra faccia della splendente medaglia che gli uomini di Semplici ci hanno mostrato nelle ultime settimane. Non è, però, il tempo degli allarmismi, perché quella rimediata contro la Fiorentina (un’ottima Fiorentina) è una sconfitta che può fare bene. L’arduo compito di Semplici in questa manciata di giorni che separa la Spal dalla delicatissima sfida di giovedì col Sassuolo sarà quello di evitare che crolli il castello di convinzioni del gruppo. Perché una sconfitta ci può stare, è un passaggio obbligato per poter continuare a crescere. È, anzi, un antidoto contro l’eccesso di entusiasmo che rischiava di travolgere Antenucci e compagni. D’altro canto bisognerà anche essere abili nel non abbandonarsi ad una ingiustificata disperazione, bensì andare a trovare il punto di equilibrio per rimettere la stagione nei binari giusti.

Il 3-0 del Franchi, rotondo e senza possibilità di appello, deve essere un altro input importante, per far capire a questa Spal che non bisogna mai allentare la tensione. Mai. La testa deve restare focalizzata sull’obiettivo salvezza, che deve essere raggiunto mettendo in campo tutte quelle qualità del gruppo che oggi non si sono viste. Perché la Spal è una squadra costruita per giocare a calcio, non per subire passivamente; è una squadra che deve mettere in campo la fame e la grinta su ogni singolo pallone, ogni singola domenica. E questo, contro la Fiorentina, è mancato. È mancata la ‘Garra Charrua’ tanto discussa in questi giorni, che gli uomini di Semplici dovrebbero sempre avere. 

Quella contro la Fiorentina è stata una sconfitta dovuta in egual misura alla superiorità dell’avversario, che non deve però essere una scusa per chi vuole crescere come realtà, e alla superficialità con cui sono scesi in campo i biancazzurri. L’errore di Fares è sintomo della leggerezza, intesa nell’accezione negativa del termine, che non bisogna mai avere in partite di questo tipo. Come detto, poi, è mancata totalmente una reazione da parte del gruppo, che non ha lottato, non ha reagito, ma ha accettato passivamente il verdetto della sconfitta senza provare a ribaltarlo. L’altra faccia della Spal combattiva e ordinata vista finora, la faccia più brutta, la faccia che non si dovrà più vedere se si vorrà davvero spiccare il volo in una stagione che può essere ricca di soddisfazioni...

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