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  • Spartak Mosca-Zenit, Mancini sfida Carrera: ecco l'analisi tattica
Spartak Mosca-Zenit, Mancini sfida Carrera: ecco l'analisi tattica

Spartak Mosca-Zenit, Mancini sfida Carrera: ecco l'analisi tattica

  • Luca Zanetti
Alle 17.30 scenderanno in campo Spartak Mosca e Zenit San Pietroburgo, quarta partita del girone di ritorno della Premier League russa. La formazione di Roberto Mancini arriva in trasferta con l’obiettivo di mantenere il secondo posto in classifica e con la consapevolezza di non aver mai perso fuori casa (4 vittorie e 5 pareggi), mentre la squadra moscovita di Carrera vanta il miglior attacco (29 reti) e in casa ha perso solo con la capolista Lokomotiv Mosca. All’andata finì 5-1 per gli uomini del tecnico ex Inter con le reti di Kokorin, Yerokhin, Criscito, Kuzyaev e l’autorete di Rebrov, il gol che ha reso la sconfitta meno amara è di Promes su rigore.

LA SQUADRA DI CARRERA - E’ solo l’ultimo allenatore italiano ad entrare nella folta schiera dei tecnici di casa nostra capaci di portare al successo squadre straniere: ha riconsegnato il titolo allo Spartak Mosca dopo 16 anni. Era arrivato ad agosto 2016 per fare il vice di Alenicev e si è ritrovato inaspettatamente alla guida del club, dopo l’esonero di quest’ultimo causa l’eliminazione ai preliminari di Europa League. Quest’anno, però, in campionato dopo 17 giornate, è quinto a quattro lunghezze dal terzo posto che consentirebbe l’accesso ai play-off per entrare in Champions. La scelta societaria di puntare su giovani di talento (come ad esempio Pasalic ex Milan) ha influito sugli obiettivi rispetto alla passata stagione. In coppa è nel gruppo E insieme a Liverpool, Siviglia e Maribor, un girone tosto che lo vede al terzo posto e si giocherà la qualificazione agli ottavi ad Anfield contro i Reds, dove è obbligata a vincere, se cosi non fosse approderebbe nell’Europa meno nobile.

COME GIOCA LO SPARTAK -  Carrera ha quasi sempre disposto i suoi calciatori con un sistema di gioco assimilabile ad un 4-2-3-1. In fase di possesso la chiave della manovra offensiva è costituita dalle fasce, dove i due terzini, specialmente Kombarov a sinistra, salgono sulla linea di centrocampo cercando di sviluppare al meglio quel “dialogo” tra i mediani e le ali in una sorta di 2-4-3-1. Nella fase di non possesso, invece, l’atteggiamento collettivo è piuttosto aggressivo verso il portatore di palla portando pressione e pressing alto, se non si recupera in brevi tempi gli esterni offensivi si abbassano e il trequartista diventa una sorta di mediano più alto portando cosi lo schieramento ad un 4-4-1-1. L’idea è quella di creare densità sulle zone laterali della propria tre quarti per impedire la creazione di superiorità numerica al limite dell’area o impedire e disturbare cross e traversoni. 

LA SQUADRA DI MANCINI - Dopo essere rimasto fermo un anno il tecnico jesino firma nel giugno 2017 con lo Zenit San Pietroburgo. In estate il mercato ha portato numerosi giocatori come Paredes (preso dalla Roma), Mammana (dal Lione) e Kranevitter (dall’Atletico Madrid) e questo ha fatto si che fossero i maggiori candidati alla conquista del campionato. Dopo un ottimo inizio la squadra ha attraversato un momento complicato e ora si trova  a 4 lunghezze dal primo posto occupato dalla Lokomotiv che glielo ha soffiato proprio nello scontro diretto. Queste difficoltà non le ha trovate in Europa League, dove si trova nel girone L con Real Sociedad, Rosenborg e Vardar Skopje, già sicura del passaggio del turno ai sedicesimi di finale, diventerà fondamentale lo scontro diretto per il primo posto in terra basca.

COME GIOCA LO ZENIT - Mancini non ha un sistema di gioco fisso, ma con l’approdo in Russia la sua costruzione di organico e interpreti è basata sul 4-3-3. La fase di possesso è caratterizzata dalla ricerca continua e più veloce possibile del regista interpretato da Kranevitter, per la maggior parte dei casi, oppure dal sostituto Noboa. Chi “detta i tempi” ha il compito di verticalizzare il più possibile verso la prima punta o di cercare i due esterni offensivi,sfruttando anche le sovrapposizioni dei compagni, per mandarli al cross e creare il più possibile densità in area avversaria. Mentre nella fase di non possesso l’attacco è il primo reparto ad avanzare il pressing per riconquistare subito palla e far avanzare il baricentro e chiudere tutte le linee di passaggio, se ciò non avviene i due esterni si abbassano sulla linea di centrocampo per rendere la struttura di squadra più compatta ed equilibrata. Importante il ruolo delle due mezz’ali sempre attive nelle due fasi sia per recuperare il pallone e per farsi trovare in zona gol.

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