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Speziamania: il sapore amaro della storia

Speziamania: il sapore amaro della storia

  • Gianni Salis
Che ci fosse da soffrire era ed è chiaro. La serie A è un altro mondo e lo Spezia se ne è accorto soprattutto poi contro un Sassuolo che oramai gioca a memoria e possiede altresì qualità non trascurabili dalla cintola in su. Eppure almeno per un’ora lo Spezia tiene botta e prova a giocarsela, con personalità, il tutto al netto delle numerose assenze tra squalifiche ed infortuni e con giocatori assemblati in fretta e furia, senza contare infine che rispetto agli avversari mancano almeno una quindicina di giorni nelle gambe. Insomma ci sono tutte le attenuanti del mondo per questo debutto assoluto nella massima serie avvenuto tra l’altro lontano dal proprio ‘tempio’, quell’Alberto Picco che anche in tempi di pandemia ti fa sentire comunque a casa.

Un fattore, quello casalingo, non di poco conto. Ancor di più per una debuttante poi, la quale se tutto va bene, potrà abbracciare la serie A sull’ultra centenario stadio che viaggia adiacente lungo le mura ottocentesche del lato nord dell’Arsenale Militare Marittimo con ogni probabilità non prima del 10° turno per Spezia-Lazio del 6 dicembre, quando i lavori minimali per l’adeguamento alla serie A dovrebbero essere terminati. In mezzo, di fatto, nove trasferte, tra vere e virtuali come quella di ieri che ha bagnato amaramente l'esordio con la storia.

Udine, mercoledì nel recupero del primo turno, e San Siro domenica col Milan sono due impegni proibitivi per una squadra che di fatto sta facendo la preparazione e che potrà chiamarsi tale solo tra un mese. Ci sarà da stringere i denti e soffrire, parecchio, in attesa di tempi migliori.
 
 
 

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