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  • Speziamania: la salvezza e quel senso di appartenenza

    Speziamania: la salvezza e quel senso di appartenenza

    • Gianni Salis
    Ed ora sotto con Real e City. L’euforia dell’immediato dopo-Milan è tale che a molti tifosi, col solito sarcasmo ed umorismo tutto ligure, non dispiacerebbe incontrare anche le altre due semifinaliste di Champions, visto che al Picco quelle italiane hanno ‘preso il lesso’ entrambe. Il risultato ma soprattutto la prestazione, quest’ultima a dire il vero non era mancata nemmeno a Cemona, hanno rianimato le speranze per una salvezza che resta difficile, molto, ma a cui si può guardare con cognizione di causa. Lo Spezia dunque è vivo, eccome, perché serviva una prova di fuoco, a prescindere dall’avversario che avesse incontrato (ed era pur sempre il Milan in piena corsa Chanpions), per alimentare il sogno della rimonta.
     
     
    Le Aquile hanno ora un’unica strada, molto impervia: quella di vincerle tutte e poi vedere se sarà bastato oppure no. Il sacrificio, l’organizzazione, la pressione c’erano state anche a Cremona ma era mancato l’episodio buono, anzi, ad iniziare dai miracoli di Carnesecchi alla traversa di Shomurodov era stato proprio tutto l’opposto. Ma bisogna proseguire su questa strada che esula dai numeri tattici ma resta ancorata al senso di appartenenza: E ieri, come nelle migliori occasioni, si è rivisto appieno questo senso di appartenenza, tutt’uno col pubblico, e non solo quello di curva. I brividi, la pelle d’oca anche nei Vip assiepati in tribuna, come il vice presidente Corradino, sono gli indizi, anzi le prove, per capire questo senso di appartenenza.
     
     
    Domenica a Lecce. Sedici anni fa, proprio in questi giorni (era il 12 maggio) lo Spezia, approdato in B dopo 55 anni, giocò nel Salento e conquistò il terzo successo esterno consecutivo con una rete di Massimiliano Varricchio spalancando le porte verso una salvezza che si concretizzò nel doppio spareggio contro il Verona. Hai (ri)visto mai?
     

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