Calciomercato.com

  • Speziamania: nasce l'era Meluso, frutto della sindrome di Tafazzi

    Speziamania: nasce l'era Meluso, frutto della sindrome di Tafazzi

    • Gianni Salis
    Che ci fosse qualcosa che non quadrasse era lampante. Fin dalla sera della storica promozione in serie A. Guido Angelozzi, il ds artefice del prestigioso traguardo raggiunto non era infatti a festeggiare. Che i rapporti con il presidente Chisoli non fossero idilliaci era noto, almeno agli addetti ai lavori, ma quando già nell'immediato dell'euforia il patron Volpi lo aveva confermato sul campo insieme al mister ("Italiano ed Angelozzi fanno parte integrante del progetto serie A"), bloccando altresì il passaggio del tecnico al Genoa, nulla lasciava presagire al terremoto che ci sarebbe stato.

    Si dava infatti per scontato che il buon Guido ed il suo nutrito manipolo di fidi scudieri, il segretario generale Pietro Doronzo, il Team Manager Nazario Pignotti e il responsabile del settore giovanile Roberto Alberti, si sarebbero di li a poco rimessi ad imbastire il telaio della squadra per il suo primo campionato nella massima serie. Invece è esplosa la sindrome di Tafazzi, con il presidente Chisoli e Giampiero Fiorani, braccio destro del patron, che si sono messi di traverso non avvallando le richieste di Angelozzi; una questione di potere e leadership all'interno del club bianco. E così la sindrome durata solo poco più di una settimana è stata lunga abbastanza per mandare nello sconcerto più assoluto buona parte della tifoseria, e che sancirà oggi la fine dell'era Angelozzi, nonostante il dirigente siciliano abbia ancora un anno di contratto con lo Spezia.

    Le prossime saranno dunque ore decisive per ricostruire l'organigramma societario: ruoli chiavi ed importanti come un Direttore Generale, uno sportivo, il team manager, il segretario organizzativo ed il responsabile del settore giovanile. Quindi a cascata, non secondarie, le scelte su quale indirizzo tecnico da seguire.

    Sarà Mauro Meluso a prendere l'eredità di Angelozzi e di lì ripartire. Ma non sarà per niente facile. Per una neopromossa poi. L'idea è quella di essere arrivati in A già col fiatone (finale di ritorno il 20 agosto) a cui è stata tolta poi anche la bombola dell'ossigeno fornita dall'entusiasmo collettivo. Basteranno queste poche settimane che mancano all'inizio della nuova stagione per resettare il tutto facendo altresì riemergere quell'euforia che invece si è un po' sopita in questi giorni? La sfida è immane ma è vietato fallirla. Patron Volpi, che in A vuole restarci, in passato ha "tagliato teste" per molto meno.

    Altre Notizie