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  • Speziamania: ora pensiamo a noi.

    Speziamania: ora pensiamo a noi.

    • Gianni Salis
    Ora pensiamo unicamente a noi. Alla casacca bianca. A proteggere questa società che dimostrando di possedere gli attributi, esce dalla pantomima Fiorentina-Italiano a testa alta. Che nel mondo del calcio etica, morale e regole stessero a zero lo si sapeva o quanto meno si supponeva, ma in questi 20 giorni caldissimi di giugno si è superato ogni limite. Guardiamo oltre. Certo è che per il suo secondo anno consecutivo lo Spezia si ritrova, per motivi differenti, ad imbastire da zero o quasi una stagione nella massima serie, in fretta e furia. Si vede che è nel DNA di questo club affrontare sfide ancor più complicate e complesse di quelle che già sono.

     
    Ora c'è un mister da scegliere, o forse solo da ufficializzare, una rosa da allestire e soprattutto da fortificare nello spirito dopo quello che è successo. Il compito è gravoso e per nulla facile per Riccardo Pecini, il nuovo ds delle Aquile che dal primo luglio prenderà ufficialmente in mano le redini della regia tecnica. In primis Pecini dovrà sciogliere gli ultimi dubbi su chi andrà a sostituire l’omino di Karlsruhe.


    Francesco Farioli, privo però di patentino per la A, Domenico Tedesco, già con esperienza da vendere alle spalle nonostante non sia ancora 40enne e Roberto Venturato sono le tre figure di allenatori che probabilmente si attagliano meglio al profilo ricercato: voglia di fare e di vincere sfide non semplici. Insomma nessun allenatore ‘bollito’. D’altronde questa è una piazza che vive quasi esclusivamente sulla passione. Infine sullo sfondo c’è Marco Giampaolo che ha già lavorato con Pecini alla Sampdoria, ma che viene da due fallimenti tecnici consecutivi, Milan e Torino, e che pesano. Per il ds originario della Lunigiana si profila dunque un banco di prova niente male: quello di non fallire la scelta della guida tecnica.

     
    Infine i tifosi. Questa squallida storia vi e ci ha indubbiamente portato a crescere. Per Voi, un consiglio, piccolo e bonario, da chi quei gradoni in curva li ha fatti decenni fa. Basta lasciarsi prendere dall’entusiasmo per figure che sapete benissimo che passano. Il caso recente ne è la conferma. Dedicate, quello sì, il vostro tifo, cuore e passione solo per la casacca. Solo al termine del percorso del giocatore, allenatore o dirigente di turno che sia, solo allora, potrete affezionarvi valutando a tutto tondo appunto il percorso fatto. Altrimenti ne uscirete spesso e malvolentieri malconci. Proprio come adesso.
     

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