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  • Speziamania: si pianifica il futuro prossimo

    Speziamania: si pianifica il futuro prossimo

    • Gianni Salis
    Non ha sfondato quota 40 ma ci è arrivato ad un passo. Vuoi per demeriti propri, vuoi per meriti degli avversari, vuoi soprattutto perché anche gli occhi di arbitro, Var, Avar e quant’altro si sono abbassati, facendo finta di nulla prima sul contatto solare su Gyasi in area e poi sul fallo di Dzeko ai danni di Capradossi nel colpo di testa del bosniaco quale assist per il 2-2 finale. Lo Spezia chiude dunque 15°, non male per la debuttante che, senza la ‘dormita’ in Sala Var, avrebbe potuto terminare la stagione ancora meglio. E non sarebbe stata solo una questione di mero prestigio per gli annali ma anche di cruda contabilità finanziaria. Infatti se il 15° posto garantisce poco più di 3 milioni e mezzo di introiti, aver finito un paio di posizioni più avanti avrebbe aggiunto un surplus di un’altra milionata che, in ottica di monte ingaggi, di spese e sostenibilità economica, ha il suo perché.
     
     
    Dopo oltre undici mesi ininterrotti, finalmente è giunta l’ora di staccare la spina. Il rompete le righe dovrebbe arrivare se non a ore entro i prossimi due-tre giorni perché c’è gente, mister Italiano in primis, che è stanca mentalmente oltre che fisicamente. Nel 2020, anno dello scoppio della pandemia, i bianchi hanno giocato 14 gare rimanendo in campo dal 19 giugno al 20 agosto. Manco il tempo di festeggiare la storica promozione in A e già di nuovo in campo per preparare in fretta e furia la stagione che si è appena conclusa. In otto mesi di massima serie altre 38 gare di campionato più 4 di Coppa Italia senza dimenticare che una buona fetta del torneo lo Spezia l’ha giocata sempre lontano da casa col Manuzzi di Cesena che ha ospitato le Aquile fino a dicembre per le gare ‘casalinghe’ ma che dista oltre 300 chilometri dalla Spezia.
     
     
    L’unico a non fermarsi ancora sarà Mauro Meluso, il Direttore Generale dell’area tecnica è legato da altri due anni di contratto col club; per lui ora inizia la fase forse più delicata. Terminata la transizione della proprietà del club di via Melara, per lui è già tempo di mercato. Ballano infatti per prima cosa i riscatti di Verde, Estevez e Leo Sena che dovranno essere formalizzati entro la fine del mese in corso, ma anche gli eventuali rinnovi dei calciatori in scadenza come Ricci e Terzi che appaiono i casi più delicati e al momento il futuro di entrambi sembra lontano dal Golfo dei Poeti. Entro metà giugno bisognerà decidere se provare a trattenere anche Saponara, Agudelo e Chabot che tornerebbero per fine prestito rispettivamente a Fiorentina, Genoa e Sampdoria. C'è eventualmente da parlare di rinnovo anche per altri come Zoet, Provedel, Krapikas oltre che Bastoni. Insomma tanta carne al fuoco che dovrà essere gestita in sinergia con le nuove politiche di scouting che si stanno affacciando su scala planetaria e alle quali la nuova proprietà americana non è insensibile.
     
    Vincenzo Italiano non è un rebus. Anzi. Lui ha fatto in settimana più di un’apertura di credito nei riguardi dei Platek e nelle prossime ore, prima di partire verso la sua Sicilia, dovrà esserci il confronto per capire e per capirsi reciprocamente. Perché se la nuova proprietà volesse alzare l’asticella dando ampie garanzie tecniche, ecco che il tecnico di Karlsruhe non avrebbe difficoltà a restare in sella alla sua creatura. I Platek hanno fin qui dimostrato entusiasmo: ora c’è da passare dai sorrisi a 32 denti alle cifre a 9 zeri.
     

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