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  • Sport italiano in lutto: è morto Fiorenzo Magni, il 'Leone delle Fiandre'

    Sport italiano in lutto: è morto Fiorenzo Magni, il 'Leone delle Fiandre'

    "Il leone delle Fiandre" avrebbe compiuto 92 anni a dicembre. Una carriera di successi malgrado la presenza di rivali del calibro di Coppi e Bartali. Con il trionfo a 35 anni nel 1955, resta il più "anziano" vincitore nella storia del Giro d'Italia.
    Addio a Fiorenzo Magni, il "terzo uomo" dell'epoca d'oro del ciclismo italiano.
    E' morto Fiorenzo Magni. Soprannominato il Leone delle Fiandre per le sue tre vittorie nella classica del Nord, avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 7 dicembre. Fu il 'terzo uomo' dell'epoca d'oro del ciclismo italiano, ma la contemporaneità con Fausto Coppi e Gino Bartali ne condizionò inevitabilmente la carriera in termini di vittorie. Malgrado ciò, Magni riuscì a vincere tre Giri d'Italia, ottenne un secondo posto ai Mondiali e collezionò successi in numerose gare su strada e in pista.

    Toscanaccio come Bartali - era nato a Vaiano nel 1920 - , la sua storia di uomo e sportivo fu segnata anche da polemiche roventi. Avendo aderito alla Repubblica sociale italiana, nel 1944 partecipò sull'Appennino a uno scontro a fuoco nel corso del quale morirono alcuni partigiani e dopo la Liberazione si salvò al processo grazie all'amnistia. Da Monza, dove si era trasferito nel Dopoguerra, sono emerse in tempi recenti delle carte del Cln locale dalle quali risulterebbe che collaborò attivamente con i partigiani brianzoli.

    Non era solo la questione politica a limitargli le simpatie dei tifosi. Già era difficile essere amati in un'epoca in cui il Paese era diviso in due fra coppiani e bartaliani; lui ci mise del suo anche nelle vittorie, come quella al Giro del 1948 quando fu accusato di aver beneficiato di spinte irregolari sui tornanti del Pordoi nella tappa decisiva da Cortina a Trento e riusci a salvare la maglia rosa e il successo finale malgrado la penalizzazione inflittagli dai giudici.

    Quello che non gli è mai mancato è stato il coraggio. L'immagine sua più famosa resta probabilmente quella del Giro del 1956, con la benda stretta fra i denti per riuscire a reggere il manubrio con la spalla fratturata. Il suo trionfo del 1955, a 35 anni, ne fa tuttora il vincitore più "anziano" nella storia del Giro d'Italia. Dal 1963 al 1966 fu anche Ct della squadra italiana per i mondiale.


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