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  • Sprofondo Milan, è peggio del 2009

    Sprofondo Milan, è peggio del 2009

    • Ma.Gu.

     

    Le cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic hanno di colpo riportato alla memoria dei tifosi del Milan la calda estate del 2009. Quella dell'addio a Kakà, per poco non bissato con quello di Pirlo, che sembrava a un passo dal Chelsea. Si disse che il Milan non sarebbe stato più lo stesso, perché vendeva uno dei suoi campioni (era già capitato con Shevchenko, ma nel 2006 fu l'ucraino a chiedere di andarsene e la tempesta Calciopoli ridimensionò poi il mercato rossonero). Meno di due anni dopo i rossoneri erano campioni d'Italia, con Zlatan Ibrahimovic, Robinho e Boateng in campo. Come a dire, visto che siamo ancora il Milan?
     
    Fu possibile innanzitutto perché Silvio Berlusconi non aveva le grane che ha oggi in politica. E perché Adriano Galliani aveva ancora la licenza di comprare stelle, seppure al risparmio o come occasione di mercato. Ma in generale il Milan del 2009 (sì, quello di Leonardo) aveva una base nettamente superiore a quello attuale. Una squadra con gente come Ronaldinho, Pato (quello vero), Pirlo e Seedorf può peccare di equilibrio tattico, ma non può essere definita di certo una provinciale. Senza contare che in quella stagione il Milan poté contare su Thiago Silva e il ritorno di Nesta in difesa. Non è un caso che sino all'infortunio di Pato nel marzo 2010 (a San Siro con il Napoli) i rossoneri fossero in piena lotta scudetto, con la possibilità di scavalcare l'Inter di Mourinho (quella del Triplete, tanto per intenderci). Perché pure senza Kakà e con un mercato scarno si era ripartiti da giocatori di classe.
     
    Sostanzialmente quello che manca al Milan attuale, privato anche della leadership dei senatori. Ok, c'è la forza bruta di Boateng. E forse l'anima brasiliana di Robinho e l'estro di Cassano, confidando che i due siano ancora a Milanello il primo settembre. E il resto? Qualche buon giocatore, un giovane da formare (El Shaarawy), un campione impossibile da ritrovare (Pato), molti faticatori e onesti mestieranti. Al Milan del 2009 bastò aggiungere Ibrahimovic e lo stesso Binho per laurearsi campione d'Italia. Oggi invece la sensazione è che serva qualcosa in più, mentre arriverà (molto) di meno. 
     
    Non entriamo nel merito delle scelte di via Turati, che hanno sicuramente una logica. Ma se il Milan ragiona da provinciale, allora che porti avanti un progetto fatto di giovani e non vada appresso al Matri di turno. O campioni per vincere o prospetti per programmare. Perché, caro Galliani, si è messi peggio del 2009. E non solo in economia.  

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