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  • Lazio camaleontica: solo Klose e Marchetti sicuri titolari?

    Lazio camaleontica: solo Klose e Marchetti sicuri titolari?

    • M. A.

    Alzi la mano chi ha capito come giocherà la Lazio nella stagione che verrà. Impossibile venirne a capo, solo Vladimir Petkovic ha le idee chiare. E proprio lui, ora che ha un organico super assortito, mira a confonderle agli altri. Perché l’avversario di turno non saprà mai esattamente contro quale Lazio prepararsi: quadrata ed ermetica con il 4-1-4-1 che ha conquistato la Coppa Italia? Oppure votata all’attacco con il 4-3-3 sperimentato nel ritiro di Auronzo di Cadore? O addirittura più avvolgente con i cinque a centrocampo e la difesa a tre? È quello che «Petko» voleva: due giocatori in ogni ruolo per tentate l’effetto sorpresa sul campionato. L’unica formazione che si può ragionevoclmente pronosticare è quella della Lazio che incontrerà la Juventus, il prossimo 18 agosto. La Supercoppa italiana è infatti il premio che spetta agli eroi che hanno conquistato il derby del 26 maggio: lì Petkovic la formazione se la trova già fatta. Il resto lo decideranno la creatività e l’intuito del tecnico che, con più e migliori risorse, ha azzerato il fattore più negativo della scorsa stagione, cioè la panchina un po’ troppo corta. Così, da ieri, da quando il gruppo si è ritrovato a Formello quasi per intero — manca solo Bryan Perea, perché si deve ancora liberare una casella da extracomunitario — ha avuto inizio la stagione decisiva di Petkovic. Niente più scuse: la qualificazione alla Champions League 2014 passa da lui e dalle sue scelte. Due sono già fatte: Marchetti e Klose. Le altre saranno prese in base a necessità e contingenze: 9/11 da ruotare in funzione del modulo. Solo il portiere e Miro non hanno concorrenza, gli altri il posto dovranno sudarselo. Certo, tre competizioni moltiplicano spazio e minuti di gioco, ma saranno soprattutto le prime decisioni, le gerarchie di inizio stagione, a mettere a dura prova gli equilibri interni allo spogliatoio. Avere doppioni in ogni ruolo dà più margine tecnico, ma anche più difficoltà nella gestione umana. Basta pensare al dualismo Ledesma-Biglia, alla ressa di esterni, ai tanti centrali di difesa o al manipolo di trequartisti con Felipe Anderson, Hernanes, Candreva, Lulic, Ederson e anche Mauri, almeno fino a prova contraria. Per non parlare dei tanti giovani portati in ritiro che ora scalpitano per entrare tra le scelte del tecnico. Problemi opposti a quelli dell’anno scorso. Ma era quello che «Petko» voleva, no? 

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