Calciomercato.com

  • Stovini, l'ultimo tweet: 'Ormai era un massacro'

    Stovini, l'ultimo tweet: 'Ormai era un massacro'

    Brescia. Appena rimesso piede in Italia dopo una settimana di vacanza negli Stati Uniti, Lorenzo Stovini deve smentire la notizia del ritiro, data dal suo procuratore Moreno Roggi: «Come al solito, i giornalisti capiscono quello che vogliono - e l'inizio è già un programma -. Sto aspettando offerte, se non ce ne saranno dirò basta. Ma vorrei giocare ancora». Del futuro del difensore toscano, 35 anni, ai tifosi del Brescia ormai importa niente. A interessare è il passato, un matrimonio nato in settembre con le migliori intenzioni e finito dopo soli tre mesi e mezzo perchè «non sono abituato a rubare lo stipendio - dice Stovini, che ha rescisso il contratto col Brescia il 30 dicembre -. Ho bisogno di giocare 40 partite, di sentirmi sempre importante. Ormai non lo ero più». L'ultima gara di Stovini in biancazzurro («ma non della carriera, che sia chiaro») è l'infausta, ma non solo per lui, serata di Ascoli, lunedì 17 dicembre. E il giorno dopo, su Twitter, ecco la moglie Isabella Miraglia cinguettare contro Calori («Come inventarsi di farlo giocare terzino destro. Spiegatemelo e forse posso tacere. Grazie»), contestare i contestatori («Non tollero più nulla di questo posto... Saremo pur vecchiotti, ma se per 15 anni uno gioca difensore centrale ad alti livelli») e i compagni del marito («Vabbè, Brescia non ti merita. Che giochino gli altri, i campioni del Real»). Let's tweet again.

     

    «A ME DISPIACE che sia finita così - dice adesso Stovini - e non ho mollato per i tweet di mia moglie. Non mi sentivo più al centro del progetto. Voglio chiarire che i tweet esprimono unicamente il pensiero di Isabella. In 30 anni di calcio non ho mai contestato le scelte di un tecnico, non l'ho fatto nemmeno con Calori». Lo ha fatto la signora Isabella. Ispirata dal marito? «No, quei tweet non nascono da miei sfoghi a casa. Se qualcuno pensa che sia così, non mi conosce. E s ho giocato oltre 500 partite tra serie A e B, un motivo ci sarà. A me a Brescia non pare di aver fatto così schifo. Dopo le prima partite si parlava di me come dell'acquisto d'esperienza che ci voleva per la difesa. Credo di avere sbagliato solo a Novara e ad Ascoli, le uniche sconfitte, il problema è che a Brescia anche un pareggio in trasferta, viene vissuto come una tragedia soprattutto dai giornali. I tifosi poi leggono e contestano».

     

    UNA VISIONE FUORVIANTE, per quanto riguarda Bresciaoggi e Brescia.Tv. E per i tifosi, che la squadra l'hanno sempre sostenuta. La versione di Stovini non regge. Non resta che passare oltre: «Ho giocato per trent'anni nella difesa a 4, Calori aveva impostato quella a 3 e mi sono adattato, nonostante le mie caratteristiche. Il problema è che con la difesa a 4 non c'ero, ma ditemi voi se ho mai fatto una polemica. Me ne sono sempre rimasto buono e tranquillo, non ho saltato un allenamento. E con la storia dei tweet è stato montato un caso esagerato. Mia moglie lo ha fatto solo per difendermi, si è ribellata al massacro che stavo subendo». Massacro è una parola eccessiva e dire che Stovini è stato in piazze più calde: «Sembrava che il colpevole di tutto fossi io», insiste. Stovini lascia dopo 13 presenze, due autoreti (Pro Vercelli e Novara) e un congedo inguardabile ad Ascoli. Poi i cinguettii e l'addio. Senza rancore, soprattutto senza rimpianto.

    Altre Notizie