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  • Strama: 'Quella telefonata di Moratti nella notte'

    Strama: 'Quella telefonata di Moratti nella notte'

     

     
     
    L’allenatore dell’Inter, Andrea Stramaccioni, ha parlato oggi ai microfoni di Sky Sport24 HD.
     
    Perché ripeti spesso che non sei Mourinho? 
    Nel senso che non sono nessuno rispetto a lui, perché lui ha vinto in tante nazioni diverse, ha scritto la storia degli ultimi anni dell’Inter. È normale che da una parte i paragoni mi fanno piacere, perché altrimenti sarei bugiardo. Mi fa piacere che qualcuno dei miei giocatori, o il presidente, possa dire una cosa del genere, perché hanno conosciuto tutti e due, ma dentro di me ho la consapevolezza, non sono stupido, di non aver fatto niente rispetto a lui. Per me rimane un traguardo, magari da sognare, da poter raggiungere. Al momento, è ridicolo il paragone serio, poi, quello simpatico fa piacere.
     
    Quindi, Mourinho è l’obiettivo?
    Sicuramente quello che ha fatto Mourinho penso possa essere un pochino l’obiettivo di qualsiasi allenatore giovane. Poi, ho avuto la fortuna di avere qualche consiglio da lui, ma non ho avuto la fortuna di vederlo mai lavorare sul campo. Però, sentendo parlare chi ha vissuto le stagioni con lui, sono tutti innamorati del suo lavoro. Quindi, penso che in questo momento sia uno dei più grandi allenatori del mondo.
     
    È arrivato un sms?
    No, onestamente non è arrivato, ma aveva una partita molto impegnativa anche lui, quindi, adesso pensiamo all’Inter.
     
    Ripensando al derby di ieri sera, rifaresti la stessa partita?
    Direi a Nagatomo di tenere il braccio un po’ più chiuso. È una battuta. Sono partite difficili, sono partite che ti  cambiano sotto il naso. Noi eravamo rientrati in campo nel secondo tempo per disputarlo in un modo e l’espulsione ti cambia tutto e sei costretto, comunque, a far uscire una punta, Cassano, per avere più equilibrio e a quel punto rimani con un cambio solo. Sono partite che devi leggere rapidamente e avere anche la fortuna di cercare di trovare la chiave giusta. Poi, l’ho già detto ieri sera, i riflettori oggi sono tutti per i miei calciatori, perché hanno interpretato alla perfezione una situazione di difficoltà.
     
    Siete una squadra da scudetto?
    Siamo una squadra che deve dimostrare di poter tornare grande. Non ho mai perso l’equilibrio quando le cose sono andate molto male, perdendo anche in casa con l’ultima in classifica, e non mi esalto alla settima giornata perché so, conoscendo la mia creatura, che abbiamo tanto da lavorare e dobbiamo farlo con umiltà. In questo momento parlare di obiettivi ci farebbe male, dobbiamo dimostrare di poter stare lassù, poi  di obiettivi ne parliamo tra qualche mese se ci sarà da parlarne.
     
    Le accuse di Allegri a Valeri le hai somatizzate?
    Penso che sia giusto che il mister esprima tutto quello che reputa più giusto e non voglio assolutamente fare polemica. Ho un grande rispetto per lui, quindi chiusa nel post partita, anzi ho detto anche troppo. 
     
    Sei a Coverciano e non c’è Cassano. Per lui qual è il problema?
    Bisogna vedere tante cose, bisogna vedere il mister con che sistema di gioco intende impiegare la squadra, dipende da cosa vuole chiedere ai suoi attaccanti. Penso che sia più giusto che lo chiediate a lui. Io mi tengo stretto Cassano, con me sta facendo benissimo, all’Inter sta facendo bene e per me l’importante è che continui a far bene con l’Inter. Poi, credo che se continua a sfoderare queste prestazioni, con questa facilità di far fare gol e di trovare lui il gol magari sarà una piacevole difficoltà più avanti per il mister. Stiamo parlando sempre di grandi giocatori italiani.
     
    Il complimento più bello che hai ricevuto dopo il derby e quello che vorresti ricevere da qui a fine stagione?
    I complimenti più belli me li ha fatti il presidente, ma sono cose nostre. In una lunga telefonata nella notte, ma non mi sembra il caso di divulgarla. È una cosa che mi ha fatto piacere, così come gli abbracci con i miei calciatori. Secondo me in questo momento l’Inter è un gruppo molto unito, lo abbiamo dimostrato anche nelle sconfitte dove non abbiamo mai perso l’equilibrio. Non voglio essere noioso ma ripeto dobbiamo dimostrare di poter tornare grandi. Magari può non essere sufficiente un anno per ritornare a giocare per vincere, però io penso che quando ti chiami Inter ci devi provare con tutte le tue forze e secondo me la strada è quella giusta. 

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