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  • Strepitosa Atalanta, capolavoro Colantuono. Milan, le colpe della società

    Strepitosa Atalanta, capolavoro Colantuono. Milan, le colpe della società

    Non è un caso che a segnare il gol della strepitosa vittoria atalantina a San Siro sia stato Cigarini. Percassi e Marino l'hanno fortemente rivoluto a Bergamo, dopo che il prestito concordato con il Napoli era scaduto. E, quando l'avevano riportato in  nerazzurro, non era stato nemmeno un caso che il primo a congratularsi con il presidente e il direttore generale fosse stato Colantuono.

    Già, Colantuono. In calce al clamoroso colpo  in casa dei rossoneri c'è la firma di un allenatore che in un tempio del calcio mondiale ha vissuto una delle notti più importanti della sua carriera, azzeccando ogni mossa e realizzando un autentico capolavoro tattico.

    Nell'ultima stagione, Colantuono ha stabilito il record di punti conquistato sul campo dai bergamaschi in serie A: 52 partendo dalla penalizzazione di -6. Colantuono è uno dei tecnici più preparati del nostro calcio e l'ha dimostrato anche a Milano. L'Atalanta ha chiuso ogni spazio agli avversari, li ha colpiti e affondati con un'azione da manuale, ha addirittura rischiato di raddoppiare. Tanto lineare ed efficace è apparsa la manovra dei nerazzurri, quanto arruffona e inconcludente è stata la risposta dei rivali.

    Certo, il Milan sconfitto per la seconda volta consecutiva in casa nelle prime due gare interne del campionato, oggi come oggi è un'accozzaglia di buoni propositi e cattivi risultati. E che questo sarebbe stato un torneo lastricato di sofferenze, lo si era capito dallo smantellamento dell'organico culminato con le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, dopo due mesi di panzane propalate ai tifosi. 

    Ha ragione Ambrosini: "In questo momento i discorsi tecnici lasciano spazio all’aspetto morale, perché quando perdi due match in casa sei amareggiato, quindi prima bisogna mettere a posto l’aspetto emotivo. L’allenatore sa di avere il sostegno di questa squadra, siamo tutti sulla stessa barca, compresa la società. C’è poco da dire e tanto da fare".

    La verità è che il Milan paga il mercato disastro. Che per ricostruire una squadra forte c'è bisogno di tempo, pazienza e fortuna. Che Allegri ha le sue colpe, ma sono nettamente inferiori rispetto a quelle di una società che dopo anni di ingaggi multimilionari liberamente accordati a numerosi dipendenti, ha scoperto quanto fossero insopportabili per il bilancio, mettendo alla porta i veterani tutti insieme e vendendo in due pezzi da novanta.

    Con il risultato che questo Milan non ha né un leader in grado di rianimarlo né lo spirito di Gattuso, nè l'anima di Inzaghi né la classe di Thiago Silva né i gol di Ibra che in passato hanno coperto molte magagne. 

    Altro che squadra da scudetto, come avventatamente ha dichiarato Galliani dopo avere preso in extremis De Jong, Bojan e Pazzini. Qui bisogna pedalare e pedalare tutti nella stessa direzione. Cacciare Allegri adesso significherebbe scaricare sull'allenatore le responsabilità di un'estate zeppa di errori.

    Quelli che non ha commesso l'Atalanta sotto la guida di Pierpaolo Marino, ancora una volta confermatosi fra i migliori operatori di mercato. L'Atalanta gioca a memoria e ha ricominciato a suonare la musica di un anno fa. Il colpo di San Siro non sarà l'unico.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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