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  • Sudafrica, il rugby si ribella:| 'Il conto degli stadi? Non a noi'

    Sudafrica, il rugby si ribella:| 'Il conto degli stadi? Non a noi'

    Il rugby non ci sta. Prime insofferenze davanti al Mondiale di calcio che ha esaltato il Sudafrica e distratto i tifosi dallo sport nazionale. Ci hanno provato, gli Springboks si sono seduti in tribuna al Loftus Stadium di Pretoria per sostenere il Sudafrica contro l’Uruguay. Hanno visto perdere i Bafana Bafana e avuto nostalgia dei tempi in cui quell’impianto era casa loro. Non è un caso che sia stato il primo stadio bonificato dalla Coppa del Mondo, che già da quattro giorni sia libero. Smontati i container, impacchettato le tende bianche che ospitavano la sala stampa, ridotta la tribuna e chiuso i cancelli. Lì si gioca a rugby, ma altrove non si giocherà proprio più a meno di una riconciliazione. E di un finanziamento.


    È impossibile che il calcio locale tenga in vita gli impianti costruiti per il 2010, serve un’intesa con il mondo rugby che non ne vuole sapere di accollarsi le spese di riconversione. Danny Jordaan, presidente del comitato organizzatore della Coppa del Mondo la fa facile: «I due sport si troveranno a metà strada, spartiranno spazi, calendario e oneri». Il piano prevede un’armonia che non esiste. Alcuni privati hanno preso la gestione degli stadi di Città del Capo e Porth Elizabeth, spazi che non resteranno confinati allo sport e almeno per i prossimi due anno apriranno a concerti e altre manifestazioni. Più difficile la situazione di Durban e Polowkane dove il rugby è stato chiamato a salvare la faccia delle città. Polokwane non ha una squadra locale, la municipalità ha invitato i Blue Bulls, squadra di Pretoria con base al Loftus e ultimi campioni del super 14, a sfruttare il campo.

    Il tecnico degli Springboks, Peter De Villiers ha perso la pazienza: «Non me ne importa nulla di questo Mondiale. È un gran caos, Ho cercato di starci il più lontano possibile e ho chiesto ai miei giocatori di fare altrettanto».

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