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  • Suicidio Lazio, Milinkovic senza testa. Inzaghi si gioca la panchina col Milan
Suicidio Lazio, Milinkovic senza testa. Inzaghi si gioca la panchina col Milan

Suicidio Lazio, Milinkovic senza testa. Inzaghi si gioca la panchina col Milan

  • Franco Recanatesi
    Franco Recanatesi
Qualcuno ricorderà quel personaggio creato da Aldo, Giovanni e Giacomo (Giacomo era Tafazzi) che si menava dolorosissime randellate sulle parti nobili. Ecco, Tafazzi ha indossato la maglia biancoazzurra, e invece di prendere spunto dal passo falso del Milan al Parma e avvicinarsi al quarto posto, ha spalancato le porte ad una squadra già retrocessa in pratica autoescludendosi dalla competizione per un posto in Champions. Gara sciagurata quella dei ragazzi di Inzaghi, a cominciare da Milinkovic che dopo poco più di mezz'ora ha regalato al Chievo il vantaggio di un uomo facendosi cacciare dal campo per un fallo che più stupido non si può, un calcione nel sedere a Hetemaj dal quale aveva subito una spinta innocua. Rivelazione di una condizione mentale pessima del serbo, troppo presto elevato a campione e dall'estate scorsa scosso da iperboliche valutazioni di mercato, vere o inventate che fossero, comunque ingiustificate.

Indice inoltre, il nervosismo di Milinkovic, di una condizione precaria di tutta la squadra, che dopo la vittoria sul campo dell'Inter ha subìto un'involuzione più inspiegabile della nomina di Toninelli. Un primo tempo inguardabile per il fraseggio lento, l'indolenza dei giocatori più incisivi - Luis Alberto e Badelj soprattutto - e l'inconsistenza dei due cursori di fascia, aveva già annunciato nuvoloni scuri - a dispetto del primo sole estivo sull'Olimpico - con l'infortunio di Radu che al 15' doveva lasciare il posto a Luiz Felipe che Inzaghi piazzava al centro con lo slittamento di Acerbi sulla sinistra. Occasioni da gol zero, il primo brividino lo provocava Caicedo alla mezz'ora, ma era un mezzo liscio di testa davanti alla porta del Chievo. L'espulsione di Milinkovic consigliava l'allenatore a richiamare Patric mandando in campo Parolo per rimodellare la difesa a quattro e dare più sangue al centrocampo. Nessun risultato.

In apertura di ripresa, i tre minuti di assoluta follia che lasciavano di stucco la discreta folla dello stadio romano. Botta di Vignato al 49', un imberbe ragazzino italo-brasiliano, 18 anni di buona tecnica che con un paio di finte si beveva mezza difesa laziale infilando rasoterra la rete di Strakosha. Colpo del ko di Hetemaj a breve giro, stavolta con la complicità di Marusic che bucava il traversone di Depaoli. Un giovane e una vecchia volpe per affondare le speranze biancoazzurre. Già, perché non solo il Chievo deve già pensare al campionato cadetti, ma ha giustamente approfittato per mettere in vetrina i suoi giovanotti, ai più sconosciuti (anche a Inzaghi, parrebbe) come appunto Vignato, come Leris ventunenne (fra i migliori), come il pari età Semper, che non è un nome latino ma croato in prestito dalla Dinamo Zagabria. Ecco Correa per Badelj (58'), ecco finalmente la Lazio. L'argentino dava la scossa, qualche compagno si elettrizzava, altri meno. Corra dava la palla dell'1-2 a Caicedo, prendeva il palo pieno al primo minuto di recupero, si pappava un gol di testa su cross di Immobile. Fine. Della partita e di un sogno.

Onore al Chievo, al suo orgoglio, alla sua limpida condotta. Fischi meritati alla Lazio, che stavolta come mai coinvolgono anche il suo allenatore, con le attenuanti dell'espulsione di Milinkovic e dell'infortunio di Radu. La scelta dei due esterni della linea mediana si è rivelata sbagliata, Marusic non ha né la disciplina tattica né la tecnica di Romulo e Durmisi ha fornito per l'ennesima volta la prova della sua inadeguatezza a giocare in Serie A. Inspiegabile dividere fra lui e Luis Alberto punizioni e calci d'angolo. Pure in dieci, Correa andava inserito molto prima, è l'unico in grado di saltare l'uomo e scombussolare le difese. Immobile ha confermato la sua crisi, tira a casaccio, non vede la porta. Mercoledì, fra soli quattro giorni, prova del fuoco per la Lazio. La semifinale di ritorno col Milan appare ora come un'ultima spiaggia per salvare la stagione. E forse il posto all'ex San Simone.

IL TABELLINO

Lazio-Chievo 1-2 (primo tempo 0-0)

Marcatori 4' st Vignato (C), 5' st Hetemaj (C), 23' st Caicedo (L)

Assist: 4' Stepinski (C), 5' st Depaoli (C), 23' Correa (L)

Lazio (3-5-2) – Strakosha; Patric (38' pt Parolo), Acerbi, Radu (16' Luiz Felipe); Marusic, Milinkovic, Badelj (13' st Correa), Luis Alberto, Durmisi; Caicedo, Immobile. All. Inzaghi

ChievoVerona - (4-3-1-2): Semper; Depaoli, Bani, Cesar, Barba; Leris, Rigoni (24' st Dioussé), Hetemaj; Vignato (31' st Kiyine); Meggiorini, Stepinski (37' st Pellissier s.v). All. Di Carlo

Arbitro: Chiffi di Padova

Ammoniti: 40' pt Depaoli (C), 10 st Cesar (C), 10 st Rigoni (C), 28' st Dioussé (C), 47' Hetemaj (C)

Espulsi: 34' pt Milinkovic (L), a partita finita Luis Alberto (L)

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