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  • Super Mario:| Balotelli torna re di San Siro

    Super Mario:| Balotelli torna re di San Siro

    Mario, notte perfetta nel ”suo” stadio: «Questo è il campo più emozionante del mondo».
    Balotelli super, novecento giorni dopo torna il re di San Siro.
    Novecento giorni lontano dal suo vecchio stadio per ritrovarlo in una veste nuova: erba semisintetica e spalti vuoti. Mario Balotelli rivisita i passato in ottantasette minuti, dentro una dimensione totalmente diversa. La maglia azzurra può procurargli ancora nuove emozioni. Quella che ha addosso nonostante tutto gli piace, non ha più bisogno di lanciarla verso la Curva in segno di disprezzo come successe quando giocava nell’Inter. La sua vita adesso è a Manchester, dove viene spiato, bacchettato, anche denigrato, ma fa lo stesso. Per adesso ha decido di restarci, in estate si vedrà: «Non me ne frega di quello che ha detto l’amministratore delegato del City Marwood – sbotta a fine partita – a qualcuno piace parlare dal niente. Certe cose si dicono in faccia non sui giornali». L’Italia è la sua isola felice e lo si capisce da come si muove. Non ciondola, non passeggia, non sbuffa ma si batte con grande sacrificio. L’aria di casa è unica: «L’ho detto anche quando abbiamo fatto la rifinitura ai mie compagni, San Siro è lo stadio più bello che c’è al mondo».

    Prandelli lo telecomanda e lui risponde come un personaggio della Play Station. Dal vivo l’apparecchio funziona meglio, non come il telefono, quello che durante i periodi di campionato suona a vuoto e fa arrabbiare il cittì: «Mario, cavolo perché non rispondi?» Dietro ad ogni convocazione c’è sempre il rischio di un colpo di scena. Ma poi Prandelli non resiste… È impossibile fare a meno di questo Balotelli. Nel primo tempo, il ragazzo parte piano per poi crescere. Al 19’ taglia in due la difesa danese per pescare Marchisio, al 34’ con un colpo di tacco manda in gol Montolivo. In tribuna la sua famiglia scalpita, soprattutto quando lo vedono litigare con Agger e pensano ad un regolamento di conti per certe scaramucce accadute in Premier. Prandelli lo invita alla calma e ordina ai compagni di cercarlo di più. La prima regola per farlo rendere è quella di responsabilizzarlo. Ma lui stavolta è il rimedio non il problema e il cittì lo scoprirà più avanti. Intanto De Rossi realizza la rete del 2-0 e i danesi trovano pure il tempo per il 2 a 1. Poi succede il pasticcio. Osvaldo fa il matto a tempo di record e viene cacciato subito dal campo.

    È tutto sulle spalle di Mario. Vuole segnare quel gol che gli manca dal 9 maggio del 2010. È l’ultima perla regalata a questo stadio contro il Chievo. Aspetta poco, pochissimo, solo nove minuti: eccolo il tocco morbido, astuto che passa sopra la testa del portiere Andersen. Come allora una rete pesante in vista delle qualificazioni al Mondiale. Da quando sono in Inghilterra sono migliorato tanto, l’umiltà non mi è mai mancata e posso continuare ad averla» è l’ultimo pensiero prima di volare in Inghilterra.. Prandelli lo ha promosso a pieni voti: «Mi auguro che Mario possa giocare dieci anni in questa nazionale, deve seguire gli insegnamenti di Mancini che penso siano gli stessi miei. Gli avevamo chiesto di non cercare la giocata e di essere generoso. Deve capire che la gente perdona tutto a chi è generoso. È stato bravo a non rispondere alle provocazioni e alla fine quelli nervosi erano loro». Anche dai compagni piovono elogi. Chiellini: «Mai visto un Balotelli così», poi tocca a Montolivo: «Ha fatto reparto da solo se Balo è questo andremo lontano».


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