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  • Svanito l'effetto Ibra, è tornato il Milan del 5-0 a Bergamo: disperso Leao

    Svanito l'effetto Ibra, è tornato il Milan del 5-0 a Bergamo: disperso Leao

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    La sconfitta di una settimana fa in Supercoppa sembrava già il punto più basso toccato dal Milan dell'ultimo triennio. E invece a Roma la squadra di Pioli è riuscita a fare di peggio. La cosa più sconvolgente è quella sensazione di arrendevolezza e di impotenza che danno i rossoneri fin dalle prime battute delle partite. I numeri del dopo Mondiale sono impietosi: le 3 sconfitte in amichevole sembravano uno scotto da pagare per una preparazione molto pesante tale da preparare la squadra al ciclo di ferro delle tante gare consecutive. La vittoria di Salerno e il primo tempo contro la Roma sembravano aver restituito a Pioli il solito Milan. E invece dalla rimonta dei giallorossi a San Siro in poi è cominciato un incubo del quale è difficile intravvedere la fine. 

    SENZA IBRA COME A BERGAMO - Il segreto del "miracolo Milan" di questo ultimo triennio era stata la grande compattezza, la tanta corsa e quell'assatanata voglia di vincere inculcata da Ibra in un gruppo che 3 anni fa era totalmente svuotato. Ecco, quella sensazione del famoso Atalanta-Milan del pre-Ibra si è avuta di nuovo ieri sera all'Olimpico. E' tornato quel Milan arrendevole, quasi vittima sacrificale degli avversari. Come già scritto su queste pagine, l'effetto Ibra pare essere svanito. Noi abbiamo sempre sottolineato i limiti tecnici di questa rosa rispetto ai competitor, anche nello stesso campionato italiano. Alle lacune Pioli, Maldini e Ibra sono sempre riusciti a sopperire dando a questa squadra uno spirito di gruppo fuori dal comune e una consapevolezza di forza, addirittura superiore alle potenzialità stesse della rosa. Purtroppo sembra che questa magia sia finita e che anche i migliori dal punto di vista tecnico si stiano perdendo. E' stato il caso di Theo Hernandez a Lecce e a Riad, è stato il caso di Leao in Supercoppa e all'Olimpico. 

    CAMPIONI USCENTI - Come se non bastasse ci si mettono gli infortuni, in primis quello di Tomori a inizio partita. Ma appellarsi alle assenze e alle defezioni non è davvero cosa. E, a onor del vero, Pioli non lo ha mai fatto in questi tre anni e ci aspettiamo che non lo faccia adesso. Piuttosto il tecnico rossonero è chiamato adesso a un'impresa difficilissima, cioè restituire a questa squadra la solidità e la motivazione perduta. Puntare allo scudetto ora è davvero impossibile, ma il Milan non deve perdere di vista l'obiettivo dei primi 4 posti perché se, dopo tutta questa fatica, la squadra rossonera uscisse di nuovo dal giro Champions League, non solo rischierebbe di fallire il progetto tecnico, ma anche quello economico. 
     

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