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  • Szeszurak chiama Italia: 'Ho lavorato con Maradona. Ora sogno di allenare il Napoli'

    Szeszurak chiama Italia: 'Ho lavorato con Maradona. Ora sogno di allenare il Napoli'

    È stato per mesi uno dei collaboratori più fidati di un'autentica leggenda come Diego Armando Maradona ma ora vuole farsi strada con le proprie gambe. Soprannominato il Bufalo, perché quando giocava non si fermava di fronte a nessun ostacolo, Guillermo Szeszurak dopo tanta gavetta in patria ora è pronto a fare il grande salto verso il calcio d'oltreoceano. Ad agevolarlo in questo suo viaggio verso l'Europa ci proverà Alessio Sundas, l'agente FIFA che da qualche giorno ha inserito il tecnico argentino tra quelli della sua scuderia: "Mi piacerebbe tantissimo allenatore in Italia - rivela Szeszurak - amo l'Italia. Anche la Spagna è un grande paese dove il calcio è vissuto appieno e ad un livello altissimo. Potrei adattarmi facilmente al gioco anche di altri paesi come l'Inghilterra, Portogallo perchè noi argentini riusciamo facilmente ad adattarci al calcio europeo. Però, la mia preferenza va all'Italia e alla Spagna. Arrivarci sarebbe un grande traguardo per me".

    Se il clcio europeo è negli obiettivi di Szeszurak, c'è una città in particolare a cui aspira con fermezza. E non potrebbe essere altrimenti: "In Italia mi piacerebbe allenare ovunque, come ho detto amo l'Italia e il calcio italiano, però non posso negare che un pezzo di cuore preferirebbe Napoli, la casa di Maradona, o anche Sorrento che è lì vicino. Ovviamente non mi spiacerebbero neanche piazze come Inter o Milan, ma non avrei problemi neppure ad accettare una squadra in Serie B. L'Italia per noi argentini è un Paradiso e vogliamo lavorare lì".

    Innegabile l'influsso che ha avuto in lui, sia come persona che come tecnico, la presenza ravvicinata del Pibe de Oro: "Stare vicino a Maradona è speciale, Maradona è il calcio propriamente detto, è il pallone, è tutto. Per noi è l'idolo massimo, lo guardiamo e apprendiamo da lui, è un quaderno aperto. Ho avuto l'occasione di lavorare con lui in due volte e ho appreso tantissimo. Mi sento un privilegiato perchè ho avuto l'opportunità di lavorare con la stella massima dell'Argentina e con il miglior calciatore di tutti i tempi".

    Un passo indietro per tornare a parlare del calcio europeo e della differenza con il calcio sudamericano, in particolare quello albiceleste: "Il calcio in Europa sta diventando il migliore del mondo, arrivano lì calciatori di tutti i paesi e il livello è altissimo. L'Argentina è un paese fucina di calciatori, talenti che però ben presto lasciano tutto per andare a giocare in Europa. C'è più eleganza, la velocità è differente. Il gioco qui è un po' più brutto, un po' più fisico, mentre in Europa si gioca ad un altro ritmo e ogni fine settimana ci piace fermarci a guardare le partite dei campionati europei. La differenza è chiara, palese. Italia, Spagna, Inghilterra il livello è altissimo. Differenze che si vedono nel controllo del pallone, l'istinto che caratterizza il calcio argentino. Ovviamente c'è anche un aspetto economico che è differente, qui in Argentina il calcio non è ricco come negli altri paesi che ho citato".

    Il tecnico predilige un gioco che si basa sul 4-2-3-1, modulo molto visto in Europa e che in Italia ha avuto come massimo esponente Rafa Benitez sia a Napoli dove ha portato a casa una Coppa Italia e una Supercoppa sia con l'Inter dove ha conquistato il Mondiale per Club: "Un giocare che a me piace è quello molto rapido, gli esterni devono essere veloci, capaci di arrivare al gol con facilità e deve essere bravo nella fase difensiva, pressare alto, recuperare la palla con velocità. E' un po' il gioco che fa Simeone all'Atletico Madrid. A noi piace molto il gioco costante, senza soste. Poi quando si fa un recupero nella propria zona del campo, deve riuscire a giocare bene di sponda e andare a passare la palla al regista che può impostare nel migliore dei modi. E' molto importante avere la pressione alta in fase di non possesso ma soprattutto riuscire a trovare gli spazi per andare facilmente in gol".

    Il terreno è pronto, ora la palla passa ai direttori sportivi. Intanto Guillermo Szeszurak attende la chiamata per sbarcare nel vecchio continente, patria del calcio.

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