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  • Talent scout: ecco consigli pratici per individuare i giovani talenti

    Talent scout: ecco consigli pratici per individuare i giovani talenti

    Calciomercato.com ha chiesto all’Agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei prossimi corsi per aspiranti osservatori di calcio di Reggio Emilia organizzati nelle giornate di sabato 13 e domenica 14 luglio (per maggiori info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), e all’osservatore professionista Paolo Greatti, docente nei suddetti workshop, di offrire alcuni consigli pratici agli aspiranti talent scout.

    Nell’osservare una partita di giovanissimi calciatori che cosa si nota immediatamente?

    Specie nelle partite dei settori giovanili dilettantistici, si nota una grande confusione a caratterizzare lo sviluppo del gioco. Perché? Perché presumibilmente ci sono in campo pochi giocatori con buoni tempi di gioco. Ne derivano molte interruzioni di gioco in quanto il pallone esce con frequenza, molti rimpalli, un affollamento senza ordine di ragazzini intorno al pallone, ecc. Ciò in quanto il pallone – magari anche calciato con buona tecnica – viene lanciato prima del movimento del compagno o, viceversa, viene lanciato dopo il movimento del compagno. Ecco svelato l’arcano: mancano i tempi di giocoAttenzione: anche all’interno di una partita dove regna il caos è comunque possibile individuare il giovane di talento. Spetta al bravo osservatore, se attento e preparato, riconoscere il giocatore di talento, anche se, nel contesto di una partita tecnicamente mediocre, lo stesso giocatore tocca poche volte il pallone. Il giovane di talento è colui che sa sempre scegliere il tempo giusto nel passaggio del pallone, sa trattenere il pallone una frazione di secondo in più per permettere il movimento del compagno, sa quando scegliere il tempo giusto per anticipare un avversario, sa quando inserirsi senza pallone con i tempi giusti.

    Qual è una difficoltà che potrebbe incontrare un osservatore nella valutazione di un calciatore potenzialmente di talento?

    La difficoltà, anche abbastanza frequente, che può portare l’osservatore ad una errata valutazione su un calciatore è quella di assistere a partite del settore giovanile dove calciatori di talento siano impiegati dai loro allenatori in ruoli che non mettano in risalto le loro innate potenzialità calcistiche. Ciò accade soprattutto nelle partite giovanili delle categorie dilettantistiche durante le quali i calciatori sono spesso impiegati in ruoli sperimentali – per necessità o per scelta – correndo il rischio che gli stessi non rendano al meglio, forniscano una prestazione insufficiente, non riescano a ergersi a protagonisti della partita. A differenza dell’osservatore poco esperto, quello preparato riuscirà comunque a individuare il giovane giocatore di talento seppur schierato in un ruolo non ideale per le sue caratteristiche, riuscendo ad individuare nello stesso la qualità di isolate giocate effettuate con naturali tempi di gioco.

    Qual è uno degli errori più comuni che un osservatore rischia di commettere visionando una partita del settore giovanile?

    Quello di dare troppa importanza alla struttura fisica del giovane calciatore. Il giovane calciatore con crescita morfologica superiore alla media e quindi in grado di sovrastare fisicamente i suoi coetanei non è detto che sia un giocatore interessante se sprovvisto di buoni tempi di gioco. Il prevalere sui suoi coetanei nei primi anni di settore giovanile non deve trarre in inganno l’osservatore. Quello stesso ragazzo, una volta raggiunto “fisicamente” dai suoi compagni, se sprovvisto di naturali tempi di gioco, non sarà più in grado di fare la differenza, sarà diventato una meteora, un calciatore destinato a palcoscenici dilettantistici o poco più. E’ pacifico che la forza fisica in un calciatore debba esserci, specie se pensiamo a quanto “fisico” sia diventato il calcio moderno rispetto a quello di un tempo, ma dovrà essere solo un valore aggiunto nel calciatore che, per prima cosa, per ambire a traguardi agonistici di primissimo livello, dovrà essere dotato di eccellenti tempi di giocoFacciamo un esempio. E’ comune considerare calciatore di sicuro avvenire il giovane difensore centrale che fisicamente sovrasta i coetanei, entra duro e magari fa anche male agli avversari. Dalle tribune si spelleranno le mani familiari e amici del giocatore sicuri che quel ragazzo così forte, robusto e cattivo agonisticamente farà certamente strada. Ebbene, l’osservatore attento dovrà interrogarsi su quelle giocate, dovrà chiedersi se gli interventi duri sugli avversari siano effettivamente voluti o siano solo il frutto di una probabile mancanza di buoni tempi di gioco. Per capirci, pensiamo agli interventi dei grandi campioni che senza commettere fallo rubano il tempo e la palla agli attaccanti!

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