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  • Tassotti: 'Se me l'avessero chiesto avrei allenato il Milan. Ora serve Romagnoli'

    Tassotti: 'Se me l'avessero chiesto avrei allenato il Milan. Ora serve Romagnoli'

    Una vita fra campo e panchina, con il rosso e il nero sempre davanti a sè. Per Mauro Tassotti si apre una nuova avventura in casa Milan, quella da osservatore, e intervistato dalla Gazzetta dello Sport l'ex vice-allenatore rossonero si è raccontato a tutto tondo dando anche dei consigli per gli acquisti al prossimo tecnico Sinisa Mihajlovic: "Avrei anche continuato ad allenare, non ho deciso io di cambiare... per me questo nuovo incarico non è un ripiego. Lo affronterò con entusiasmo, l’idea mi è piaciuta subito, anche perché continuerò a occuparmi dei nostri ragazzi. Nessuno mi ha obbligato, potevo anche scegliere di stare a casa. L’obiettivo? Non deve più capitare un caso Darmian. Dovrò seguire i ragazzi non solo in partita, ma anche in settimana. Valutare come crescono, parlarci, parlare coi loro allenatori. Andrò a trovarli per aiutarli. E a fine stagione dovrò dare dei giudizi, valutare se sono pronti per il Milan. Saranno circa 20-25 giocatori".

    ROMAGNOLI PER IL MILAN - "Questa per il Milan è un’estate diversa dalle ultime. Il club ha una gran voglia di tornare ai vertici. E in una lotta scudetto per la Juve sarebbe più difficile confrontarsi con club storicamente rivali come Milan e Inter, rispetto a Roma e Napoli. Difesa? Mexes ha appena rinnovato. Mi fa piacere, si è sempre comportato bene. Ma ci sarebbe bisogno di prendere un bel centrale. Romagnoli mi piace, è un investimento economico importante, ma se fa bene fra qualche anno può valere il triplo. Stagione difficile per De Sciglio? Se lui e El Shaarawy dimostrano di essere quelli che conosciamo, si fa molto prima a tornare in alto. Purtroppo sono stati bersagliati dagli infortuni". 

    MAI PROPOSTA LA PANCHINA DEL MILAN - Una vita da allenatore, in seconda, senza spazio per la prima squadra nonostante tante volte il suo nome è circolato per la panchina del Milan: "Ebbi l’opportunità quando smisi di allenare la Primavera rossonera. Avevo contatti con alcuni club, ad esempio il Chievo. Alla fine ho deciso di restare per motivi di carattere familiare. Alleno in questo club dal ‘97: se avessero voluto darmi la prima squadra, lo avrebbero fatto. E se me lo avessero chiesto, avrei senz’altro accettato. Ma non me lo hanno chiesto, evidentemente mi hanno sempre ritenuto funzionale nel ruolo di vice. Con Ancelotti l’intesa è stata molto semplice e naturale. Mi sono trovato molto bene anche con Allegri. Con Seedorf è sembrato che ci fossero chissà quali problemi, ma lui aveva tutti i diritti di scegliersi i suoi collaboratori con cui confrontarsi. Diciamo che c’è stata qualche incomprensione più nella forma che nella sostanza. Infine con Pippo siamo andati d’accordo su tutto, nessun tipo di problema con lui. Sono stato felice di accompagnarlo".

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