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  • Thuram risponde a Materazzi: 'Fa paragoni sbagliati. Il razzismo è una cosa seria. Prenda dei libri e studi'

    Thuram risponde a Materazzi: 'Fa paragoni sbagliati. Il razzismo è una cosa seria. Prenda dei libri e studi'

    • Cristiano Corbo, inviato al Salone del libro
      Cristiano Corbo, inviato al Salone del libro
    Lilian Thuram, ex difensore della Juventus, risponde a Marco Materazzi dal Salone del libro di Torino, tornando anche sul tema del razzismo: "Il mondo è rotondo, e il libro è per cambiare il punto di vista. Non si nasce bianco: si diventa. Perché si dice bianco? Perché si dice nero? Bisogna conoscere la storia. C'è qualcosa dietro. Racconta la gerarchia dei secoli. Questo libro racconta la gerarchia più vecchia, uomini solo donne. Il razzismo nella nostra società è dovuta a una storia. Per lottare bisogna conoscere la storia".

    PARLARE DI RAZZISMO - "Per me in Italia è una novità, in Francia lo si fa da anni. C'è uno scrittore molto bravo che parlava di queste problematiche già 50 anni fa. Parlare crea confusione, c'è chi non è d'accordo nel cambiare il mondo. Vedi l'uovo: per far nascere c'è bisogno che spacchi qualcosa. Bisogna parlare. E in Francia siamo davvero più avanti. Ho vissuto lì e sono francese. Ma basta guardare la nazionale. Sono molto felice di essere qui. C'è tanta gente che vuole capire. So che è una cosa difficile. Ci sono altre persone in altro luogo. Bisogna parlare, dire alla gente. E spiegare. Ci sono pregiudizi su persone di colore. Però c'è una storia dietro. Quando vedi un nero e hai paura, ma perché? Perché sei figlio di una storia che ti fa credere che sei in pericolo. Che c'entra poi il colore della pelle con la nazionalità? Eppure lo pensi! Perché ti spaventa? Perché dici che deve rimanere al suo posto? I razzisti non sono stupidi: difendono il loro vantaggio. Stessa cosa tra uomini e donne. Per secoli hanno fatto così. Bisogna capire tutto questo e serve buona volontà per fare le cose per bene".

    PARTIRE DAI GIOVANI - "Credo che prima di tutto bisogna educare i giocatori della Serie A. Ci sono giocatori che forse non capiscono di poter avere il coraggio. Bastano pochi. Poche persone cambiano le cose, non la maggioranza. Bisogna trovare questi giocatori che hanno il coraggio. Vedrai che le cose cambiano". 

    A MATERAZZI - "Cosa rispondo? Materazzi di grande personalità? Sei tu che dici questo. Tu hai scelto questa parola. Non l'ho scelta io. Il Mondiale non c'entra niente. Simpatico o meno, parliamo di qualcosa d'importanza: fa capire che non sa cosa sia la discriminazione. Per questo dico che bisogna educare i giocatori. Se qualcuno t'insulta figlio di puttana, rimane un insulto contro di te. Se ti dice sporco negro o fa la scimmia, se ci sono bambini neri alla partita, questi bambini lo prendono per loro. Se dici a uno 'figlio di...', non lo prendi sul personale. Tu esci, vai in giro e lo fai con il tuo colore. Il razzismo è una cosa seria: attacca l'autostima. E' difficile quando sei visto come uno diverso. Quando si analizza la risposta di Materazzi bisogna analizzare molto bene, serve essere molto chiara: per me non hai capito, stai sbagliando. Gli direi: prendi dei libri, impara, capisci. Stai facendo dei paragoni che non c'entrano. Pensa che sia giusto così. A quel punto non ha capito la violenza della discriminazione, forse non farà niente. Non diranno mai di uscire dal campo, di rispondere. Ci sono libri e bisogna imparare per capire le cose".

    COMPAGNI - "Non ne abbiamo mai parlato? Non capivano la violenza. Se non la vivi, non la capisci. Non vedono il problema. Per questo serve parlare, sensibilizzare. Si mettono in movimento. Dopo il mio libro tanti compagni e amici hanno visto le cose in maniera diversa. E' incredibile. E' vero, è così. Anche alla mia età, a Parigi, prendo un taxi con mio figlio e mi fa: non sono io, è l'altro. E mi rimbalzano. Poi il terzo mi fa: signor Thuram, non l'hanno riconosciuta? Un giocatore viene ascoltato, io ho un problema: spesso la gente pensa che parli come un nero, per i neri. Vuol dire che stai parlando con i bianchi? Ma dai! Se parlo di omofobia, non sono omosessuale. Bisogna lottare per far sì che la vita sia più bella e più giusta".

    TRA 10 ANNI - "Tra 10 anni le cose possono cambiare. Ma in male o bene? Pensato tutti in bene. Ma uscendo da qui, cosa faremo tutti noi? Bisogna parlare tranquillamente. Se ti dico: hai un privilegio di essere un maschio in Italia, è vero? I maschi sono cattive persone? No, pensi di no. Perché la storia dice questo. Bisogna fare un lavoro per aprire gli occhi sapendo che c'è gente che non vuole aprire gli occhi. L'ideologia razzista ti fa cambiare visuale".

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