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  • Ti mandiamo al Master Sport: successo finale per Alberto Decataldo

    Ti mandiamo al Master Sport: successo finale per Alberto Decataldo

    E' Alberto Decataldo il vincitore del gioco su Facebook, ideato da Calciomercato.com, che gli permetterà così di assistere alle lezioni del Master Sport dell'Università di S.Marino e Parma, dove il nostro sito è presente quale Relatore e Media Partner.  

    Decataldo ha partecipato al nostro gioco scrivendo due articoli e dimostrando di essere il migliore. Ora, per lui, si aprono le porte del Master Internazionale in Strategia e Pianificazione delle Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi, nato nel 1996 a San Marino dall'intuizione e dalla lungimiranza di un gruppo di professionisti del mondo dello sport, italiano ed internazionale, e da un team di eccellenti docenti universitari. La partecipazione come “Ospite” è un modello ideato per i lettori di Calciomercato.com e offre la possibilità di avere accesso all'aula e ad alcuni servizi previsti dal corso (visite, accessi agevolati alle strutture...). Le principali differenze rispetto al tradizionale percorso da studente sono l'assenza dell'obbligo di presenza, l'assenza dello stage di fine corso, le prove intermedie e finali di valutazione (che sono facoltative). Al termine del corso il partecipante ottiene l'attestato di frequenza, documento riconosciuto in ambito sportivo.

    Questi i due temi che la nostra redazione aveva proposto

    1) Errori arbitrali e moviola in campo: quadro della situazione e possibili sviluppi. Siete d’accordo o meno sull’utilizzo della moviola in campo? E per quali situazioni di gioco? 

    2) Siete contenti della situazione degli stadi in Italia? Cambiereste qualcosa? Raccontate la vostra esperienza allo stadio: disagi, spostamenti, prezzi, ecc.

    E questi sono gli articoli di Alberto Decataldo, ritenuti i migliori e i più meritevoli

    1) Dal "fornaretto di Frascata" alla moviola!

    Semifinale di Coppa Italia Roma-Torino 1943: 83' Ossola scatta in fuorigioco verso la porta e batte il portiere avversario. L'arbitro Pizziolo assegna la rete,scatenando le proteste giallorosse che sfociano in un calcio allo stesso direttore di gara. Questo, nella più totale confusione assegna un cartellino rosso ad Amedeo Amadei, espulsione che si tramuterà poi in una squalifica a vita. Dobbiamo aspettare la fine della seconda guerra mondiale per una assoluzione meritata, arrivata grazie alla confessione del suo compagno Dagianti. Ora, se fosse esistita la possibilità di rivedere quegli istanti di gioco, avremmo assistito comunque a questo spiacevole episodio,oppure tutto sarebbe scivolato via senza troppe polemiche?! La risposta a questa domanda arriva nel maggio del '69 con l'avvento della moviola. Questa nuova tecnologia era stata pensata per dare a tutti la possibilità di rivedere le azioni migliori, prestando attenzione a quei piccoli dettagli che inevitabilmente potevano sfuggire, e non di certo per ridurla a un mero problema di torti e falli subiti. Ed è proprio la manipolazione del suo utilizzo il tema del momento. In questi giorni ormai non si parla d'altro, ma gli errori arbitrali, come abbiamo potuto constatare, non sono una novità nel mondo del calcio: ci sono stati, e continueranno ad esserci, perche sbagliare, si sa, è umano! Viviamo in un'epoca in cui ci si approfitta anche del più piccolo sbaglio per far sorgere una polemica, cogliendo l'occasione di scriverne poi un articolo. Viene quindi a mancare un po' di buon senso da parte dei giornalisti, che invece di schierarsi, dovrebbero essere obiettivi e al di sopra delle parti: non importa che si tratti un club di bassa classifica o di un top club, la valutazione deve essere la medesima! Perchè alimentare polemiche, sottolineare errori arbitrali, senza dare la giusta importanza alla partita che si è giocata?! Dopo ogni match, le emittenti sportive ci propinano ore e ore di trasmissioni sulla moviola, che il più delle volte si rivelano inconcludenti; non solo, vanno ad incidere in modo negativo sul lavoro degli arbitri, che sentendosi sotto pressione, commettono errori che in altre situazioni e condizioni non avrebbero commesso. Basta riguardare vecchie partite e confrontarle con il calcio odierno, per rendersi conto del cambiamento: le azioni di gioco sono sempre più veloci, e questo fa si che il compito degli arbitri sia ancora più complicato. Siamo sicuri che le varie federazioni stiano davvero facendo di tutto per agevolare la classe arbitrale?! In Italia si è deciso di aggiungere i giudici di porta, scelta che oltre a pesare economicamente sulle casse, ha comportato confusione e insicurezza nei confronti dell'arbitro: pensate sia facile conciliare sei pareri diversi in tempo reale?! E allora che si parli di moviola, ma in campo! Basterebbe un semplice monitor vicino al quarto uomo per risolvere molti problemi in pochi istanti; in questo modo eviteremmo al pubblico di assistere a episodi come quello di Catania: 40 secondi di attesa per una decisione sbagliata! Con questo non intendo certo dire che questa possa essere la soluzione finale al problema, ma sarebbe comunque un primo passo verso un calcio più pulito. In passato sono stati commessi errori, talvolta clamorosi è vero: la classe arbitrale spesso ci ha deluso, ma il calcio mai. Cominciamo col dimenticare gli scandali passati per non inculcare malafede nelle nuove generazioni, ma, al contrario, puntiamo a risvegliare gli antichi valori che hanno sempre contraddistinto questo sport.

    2) DA ITALIA '90 AL FAIR PLAY FINANZIARIO:VIAGGIO NEGLI STADI ITALIANI

    Fatiscenti,scarni e molto spesso inagibili;quante volte abbiamo sentito associare questi aggettivi agli stadi italiani? E quante altre volte, invece, siamo rimasti incantati dalla bellezza e dall’organizzazione dei grandi palcoscenici internazionali? Eppure una volta,il centro del mondo pallonaro era proprio in Italia: stadi pieni e grandi campioni pronti a sbarcare nel Bel Paese. Maradona,Zico,Platini, il trio orange Van Basten,Gullit,Rijkaard, Matthaeus,tutti insieme a infiammare i cuori dei nostri tifosi. Purtroppo però, a causa di innumerevoli investimenti sbagliati e politiche economiche dissennate da parte delle autorità, ci troviamo di fronte a stadi vecchi,vuoti e soprattutto privi di campioni. Il calcio italiano si trova oggi molto vicino al declino,e la rinascita,che a mio avviso dovrebbe partire proprio dagli stadi,molto lontana! Certo,le risorse sono poche,ma se imparassimo a gestirle meglio,non tutto sarebbe perduto. E' vero anche,che portiamo ancora sulla spalle il pesante fardello dei mondiali del 1990,che molto probabilmente rappresentano l'inizio della rottura di quel giocattolo chiamato calcio. Ad esempio i 12 stadi,teatri delle "notti magiche",come cantavano la Nannini e Bennato,sono costati 1.248 miliardi,l'84% in più del previsto. Soldi spesi malissimo se consideriamo che questi sono ora quasi tutti da ricostruire,e uno, il Delle Alpi, già raso al suolo dopo neanche 20 anni. Attualmente, nonostante siano trascorsi ben 22 anni, vengono ancora corrisposti 55 milioni di euro per pagare strutture che,come abbiamo detto in alcuni casi andrebbero completamente ricostruite. Tutto questo fa si che l'Italia rimanga indietro rispetto agli altri paesi europei: Inghilterra e Germania sembrano aver preso il largo,e anche Spagna,Francia e Portogallo viaggiano a velocità doppia alla nostra. In Italia gli impianti sportivi sono di proprietà dei comuni, e la loro gestione viene affidata alle squadre dietro concessioni d’uso pluriennali rinnovabili molto dispendiose. Se le nostre società potessero contare su uno stadio di proprietà,i profitti per loro sarebbero talmente elevati da avvicinarle alle più grandi società europee, rispettando cosi le aspettative dei tifosi. Sono questi ultimi le vere vittime di tutto ciò,che nonostante tutto continuano a pagare per strutture vergognose!!! Io personalmente da tifoso ho seguito spesso la mia squadra negli stadi regionali,e posso assicurarvi che tutto l'entusiasmo per la partita,finiva subito dopo l'ingresso nei vari impianti. Potrei spezzare una lancia a favore del San Nicola di Bari firmato Renzo Piano,anch'esso costruito per i famosi mondiali del '90: la struttura seppur bellissima e molto indietro con le varie normative di sicurezza. Urge quindi una legge sugli stadi volta a incentivare e a migliorare le nostre infrastrutture sportive. L’importanza di avere una tale normativa è stata sottolineata anche da Maurizio Beretta, Presidente della Lega Serie A: “Questa è una legge fondamentale perché il calcio italiano non venga penalizzato rispetto al resto dell’Europa. Stiamo parlando di una legge per impianti moderni, ma occorre garantire le condizioni perché la legge consenta di arrivare davvero alla costruzione degli stadi, creando le premesse perché i progetti si possano concretamente realizzare”. La legge sugli stadi fu così varata nell'ottobre 2009, e, oltre all'impianto sportivo, prevedeva anche "ogni altro insediamento ritenuto necessario e inscindibile, purché congruo e proporzionato ai fini del complessivo equilibrio economico e finanziario della costruzione e gestione del complesso multifunzionale medesimo".Questa legge passò l'esame del Senato ma rimase bloccata alla camera. Il testo poi è stato faticosamente modificato il 12 luglio di quest'anno e ora è tornato al Senato per l'approvazione definitiva. Ad oggi, nonostante i numerosi dibattiti intrapresi su questo problema, nulla è stato ancora fatto per risolvere questa desolante situazione. Tra tutte le squadre italiane, la Juventus è stata la prima ad avere il coraggio di andare oltre, nonostante tutto, insegnando che se lo si vuole, tutto è possibile: ed è grazie a questa forza di volontà, che nasce lo Juventus Stadium, che ha da subito portato innumerevoli benefici al club, sia economici che d'immagine. Infatti,grazie al merchandising ufficiale,allo splendido museo e alla serie di servizi annessi all’impianto sportivo, la squadra torinese avrà la possibilità di migliorare la propria condizione economica, cominciando ad allinearsi alle altre big europee. E va bene che la legge va ad incidere notevolmente su questa situazione, ma essa non deve diventare un alibi dietro al quale nascondersi. Meglio dunque che i club comincino a muoversi da soli: il Cagliari, pur essendo un piccolo club, grazie al notevole sforzo del suo presidente Cellino, ha compiuto un grande passo con lo stadio “Is Arenas”,e ben vengano anche i progetti, seppur ancora abbozzati, di Inter,Udinese e Fiorentina, gli altri cosa stanno aspettando?! In quest’epoca di crisi, ad incentivare la realizzazione di un impianto di proprietà,dovrebbe contribuire il fatto che i costi di costruzione sono esclusi dalla normativa del Fair Play Finanziario. In qualità di tifosi italiani dovremmo andare a rivedere la concezione di stadio, e quindi, non considerarlo come un mero teatro domenicale, ma bensì come luogo d’incontro quotidiano, con aree verdi e servizi di ogni genere, ponendoci come scopo principale quello di riavvicinare le famiglie al calcio, diffondendo una più corretta cultura di base, puntando su di un nuovo modo di approcciarsi allo sport. Einstein diceva: “C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà!”.

    LE NOSTRE INIZIATIVE CONTINUANO: VOLA A DUBAI PER IL GLOBE SOCCER 2013


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