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  • Timossi: la clausola che ha esonerato Montella e il Milan dei mister B
Timossi: la clausola che ha esonerato Montella e il Milan dei mister B

Timossi: la clausola che ha esonerato Montella e il Milan dei mister B

Sono quelli del calcio rurale. Possono piacervi, potete detestarli, tifare per loro o contro di loro, ma  il senso non cambia. Diego e Andrea Della Valle hanno fatto quello che dovevano: esonerare Vincenzo Montella. A Casette d’Ete, quartier generale della famiglia marchigiana, hanno ancora un senso rurale del calcio. Non sono dei Santi, i signori Della Valle. E comunque non è questo il punto. Montella guadagna 1,7 milioni netti a stagione, questo gli garantisce il contratto fino al 2017. Netti, è giusto ripeterlo un'altra volta. I soldi corrono sul suo conto in banca, hanno iniziato a scorrere non appena il tecnico ha firmato il contratto con la Fiorentina. Nello stesso papiro esiste una clausola rescissoria di 5 milioni: era la cifra che un'altra società doveva pagare per portarlo via da Firenze. Anzi, conoscendo un po' il metodo DDV, sarà la cifra che si dovrà pagare comunque, perché Montella è stato esonerato, ma resta sotto contratto per altri due anni. Montella quella clausola voleva eliminarla. Solo quella, il resto no, i soldi dovevano continuare a finire sul suo conto, almeno fino a quando non fosse arrivata una valida alternativa.

L'alternativa in verità c'era, era il Napoli, ma il presidente De Laurentiis pare non avesse nessuna intenzione di pagare quei 5 milioni. Il resto è fuffa: i progetti, il cuore, la maglia e le bandiere, nel calcio 2.0 hanno un valore quasi coreografico. I Della Valle sono fatti così, pare che credano ancora nella stretta di mano. Sono duri e spigolosi, ma rispettano gli accordi presi con i dipendenti. E pretendono altrettanto rispetto. Poi continuano a stupirsi per tutti i soldi che girano nel calcio. Direte voi: una posizione singolare per chi vende scarpe e borse e giubbotti e via discorrendo a certe cifre. Lo dite voi e lo dico pure io, ma così stanno le cose. E comunque, in questa Italia di contratti precari e contratti truffa,  di diritti dei lavoratori cancellati da un illustre tifoso viola (tal Matteo Renzi, premier) a me non frega nulla dei diritti lavorativi di un signore che per starsene a casa percepirà per altri due anni uno stipendio netto di 1,7 milioni a stagione.

Può piacervi o non piacervi, potete tifare per lui o contro di lui, ma Andrea Agnelli ha ragione. Dice che al Milan i conti non tornano. Ricordate mister B, il thailandese? Come scrissero sei mesi fa il sottoscritto e il collega di Repubblica voleva il Milan di Berlusconi. Bene, alla faccia dei megafoni, delle smentite e delle palesi bugie, mister B si è preso il 48% del club e lo ha pagato circa 500 milioni. "I conti non tornano", dice Agnelli.  Il fatto è che lo dovrebbe dire non solo lui, ma tutti quelli che la pensano come lui. Vale a dire tutte le persone dotate di buonsenso, un pizzico di logica e la volontà (del tutto facoltativa) di occuparsi della vicende del Milan. Perché mister Bee, il thailandese, dovrebbe spendere tutti quei soldi per non contare nulla? Perché non è logico pensare che si tratti di un’altra bugia? Ne parlavano stamattina, con Patric. E' il mio barista di fiducia, gran tifoso milanista e uomo dotato di naturale ironia. Mi ha detto: "Se mi dai 500 mila euro ti vendo il bar. Vabbè, però l’incasso lo tengo io". Esatto, Berlusconi racconta in giro la stessa storiella: quello paga, lui compra, per "riportare il Milan a grandi livelli". Perché, aggiunge B il Berlusconi, "io ho vinto 5 Champions", mentre la Juve ha appena perso un’altra finale. Perché, chiosa B il Berlusconi, "il calcio è fatto di cicli". Solo il ciclo della balle sembra non finire mai. E la percentuale che l’ultima balla di B duri un altro anno è elevatissima: almeno il 51%, forse il 100%. Tra dodici mesi si vedrà, c’è tutto il tempo per inventare un'altra verità.


Giampiero Timossi

 

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