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  • Timossi: Nedved, corsa contro Del Piero

    Timossi: Nedved, corsa contro Del Piero

    Così è se se vi Pavel. Ascesa di chi sembrava non potesse arrivare più in alto, storia di Pavel Nedved, la furia ceca, campione amatissimo, a Praga, nella Roma laziale e nella Torino juventina, già centrocampista, campione consacrato dal Pallone d'Oro. È appena stato nominato vicepresidente della Juventus, ma è pronto per diventare presidente. Quale altra poltrona lo aspetta ? Per tre anni resterà nel posto che ha appena conquistato. Va bene, ma poi ? "Deciderà lui", ha appena chiarito Andrea Agnelli. Può fare tutto, dipenderà dalla sua volontà e da un'altra possibile variabile. 

    Nedved potrebbe diventare presidente della federazione ceca, obiettivo reso esplicito sempre da Agnelli, sempre al termine dell'ultima assemblea degli azionisti. Tutto troppo esplicito per essere il primo obiettivo. Meglio, un ritorno in patria dovrà pur farlo, almeno un passaggio, per conquistare la presidenza della federcalcio ceca. In fondo basterebbe anche la vicepresidenza, è così che ha avuto inizio la seconda vita di un altro campione, sempre dal passato bianconero, sempre Pallone d'Oro, le roi Michel Platini, che ora (inchieste permettendo) tenta l'ultima scalata, dal tetto d'Europa a quello del mondo, dall'Uefa alla Fifa.

    Il calcio ai calciatori, ex calciatori, con un motto che anche il presidente della Juventus  ama ripetere. Il numero uno bianconero, nel settembre scorso, è già entrato a far parte del comitato esecutivo Uefa. Appare però improbabile che intenda ricoprire lui stesso la poltrona presidenziale che prima o poi verrà lasciata libera da Platini. Più facile, semmai che sia lo stesso Nedved a sostituire le roi. Non subito magari, ma dopo il 2018, al termine del mandato vicepresidenziale appena incassato a Torino. 

    Possibile, se non certo, che a quel punto Andrea Agnelli lasci la guida del club. Si parlava di un imminente passaggio alla Ferrari, ma al momento l'operazione è saltata. Nel frattempo Nedved sale e ha tempo per crescere ancora. "Perché ha già maturato ottime competenze nel gestione sportiva", ricorda ancora l'amico Agnelli, che magari con questa frase non solo attesta le qualità dell'ex calciatore, ma rifila anche un gentile avvertimento a uno dei suoi amministratori delegati, Giuseppe Marotta, finito da qualche tempo nell'occhio del ciclone.

    Pavel aspetta, allo Juventus Stadium, prima delle partire, riceve l'applauso dei tifosi bianconeri, di solito un'ovazione anche da parte degli ultrà più agguerriti, da  lui abitualmente ricambiati con un passaggio sotto la curva. Nell'attesa qualcosa succederà e allora anche Agnelli potrà festeggiare. Perché i successi degli amici sono una buona notizia. E perché Nedved è schivo, silenzioso, rude all'apparenza, ma ha sempre gradito i consigli degli amici, dal suo procuratore Mino Raiola al presidente Agnelli. Un Nedved alla guida del calcio europeo farebbe piacere alla Juve, ovvio.

    Resta però un altro scenario, non solo credibile, ma già ipotizzato nella sede bianconera di corso Galileo Ferraris. Quando Agnelli lascerà la presidenza, sarà inevitabile pensare alla figura di Alessandro Del Piero come possibile sostituto. Del Piero ha tutto, meglio, quasi tutto. Ha capacità dialettica, intelligenza, preparazione sportiva e la sua carriera dimostra quando sia un abile amministratore. Al momento, però, pare gli manchi un ingrediente fondamentale per la riuscita della ricetta Juve: l'appoggio della proprietà. Lo strappo nato dall'addio tra il campione e il club non è ancora stato davvero ricucito.

    L'evidenza suggerisce come Del Piero resti il campione più amato dal popolo bianconero, probabilmente il più amato nell'intera storia del club. Ed è assai probabile, se non certo, che il suo valore sarebbe utile alla Juventus, così come alla Nazionale. Poi, forse solo per una coincidenza, mentre il maestro Mario Sconcerti riportava al centro della discussione sportiva italiana la figura di Alex, ecco che la dirigenza bianconera non perdeva tempo. E nominava Nedved nuovo vicepresidente. Tra gli applausi del popolo juventino. Lo stesso popolo che, dopo un eventuale addio di Agnelli, potrebbe accettare senza storcere il naso un solo successore in alterativa a De Piero. E cioè Nedved. Così è, se si Pavel. 

    Giampiero Timossi

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