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  • Timossi: le pagelle della Champions

    Timossi: le pagelle della Champions

    Chiacchiere da Bar Lume, ma senza delitto. Pagelle o quasi, senza prenderci troppo sul serio, parlando di pallone, alla fine di due partite di Champions: il trionfo della Juve, la luce del Barcellona, l’orgoglio domato del Bayern Monaco, il tonfo del Real Madrid. Le pagelle, al Bar Lume, si fanno insieme: stasera si parte con Luca Patrone, l’ingegnere che ha inventato il cruciderby, mago dell’enigmistica, terribilmente juventino. Da 10 a 0. 

    10 Buffon. Mai visto un portiere così stanco dopo aver conquistato una finale. Sfinito, esausto, quasi frastornato, dopo aver parato tutto quello che poteva parare, dopo aver urlato la sua gioia al fischio finale. La rabbia è finita, l’orgoglio è infinito. Parla, si tiene la mano sulla fronte, chiude gli occhi, spiega: “Una finale di Champions è un evento straordinario, quando ci arrivi devi vincerla”. Ora però riposa, meraviglioso Ragno (Bianco) Nero. Stasera qualunque juventino vorrebbe addormentarsi al suo fianco, uomo o donna, poco importa, stanotte Gigi dormirà come un ghiro, comunque. Lippi, alla vigilia, aveva detto che sarebbe stata la partita di Buffon. Aveva ragione. Io, nel dubbio, due notti fa ho divorato un bellissimo libro: Jasin, vita di un portiere. Un piccolo capolavoro scritto da Mario Alessandro Curletto e Romano Lupi. Anche se avete sonno trovato il tempo per leggerlo. 

    9 Morata, perché con due gol in due partite di semifinale si stacca dal passato e si lancia nel futuro, dentro il calcio 2.0. Lui sarà da Pallone d’Oro, lui più di Pogba. Una sola cosa: esulta Alvaro, anche la prossima volta che farai gol al Real. Perché quelli che lo hanno visto crescere lo hanno fischiato quando è uscito dal campo: il calcio dovrebbe essere così, senza troppo retorica. 

    8 Evra. Il mio amico Patrone non è d’accordo, ma per me il francese è stato insuperabile. Consiglia pure Buffon: “Vedrai che Cristiano Ronaldo tirerà il rigore al centro della porta, fidati, io ho giocato con lui a Manchester”. Buffon ci crede, lo dice pure a CR7 mentre il portoghese è già sul dischetto. Poi però non si fida: Ronaldo tira centrale, Gigi si tuffa sulla destra. 

    7. Suarez. Lui, più degli altri due. Lui perché per me Messi e Neymar sono irritazione allo stato puro, football alla play-station. Lo so, è un problema mio: qui con Patrone, al Bar Lume, il dissidio è totale, si rischia il delitto, si sfiorano le mani in faccia. Suarez, perché a me gli attaccanti piacciono brutti, cattivi e voraci. Ci si rivede a Berlino, Chiellini è avvertito. E Chiellini avverte: “Occhio Pistolero, ho la pelle dura”. 

    6 Ancelotti, perché a lui un’insufficienza non la darò mai. Perché resta il miglior allenatore italiano. Dopo Massimiliano Allegri, al quale bisognerebbe dare 10, ma ormai lo faranno tutti. Gli stessi che a luglio non lo volevano sulla panchina della Juve. Gli stessi che, se la Juve non fosse arrivata in finale, avrebbero contestato la sacrosanta sostituzione di Pirlo. 

    5. Neymar. Perché se sei un attaccante perfetton non fai quell’assist ruffiano a Messi, nel finale di partita. Sei un bomber, non un diplomatico che vuole accontentare il sovrano. 

    4. Bale. Sei gallese, terra di minatori, togliti quel cerchietto. Sei gallese e correvi come un rugbista, tagliati quei capelli, benedetto figliolo. Qualche anno fa ero inviato a Londra per Tottenham-Milan, scrivevo con il computer sulle gambe, seduto a non più di due metri da Gareth. Quella sera il giovanotto partiva in panchina. Ricordo che sputava come un Lama. Beveva e sputava. Pensavo che avrebbe fatto una grandissima carriera. Forse mi sbagliavo. 

    3. Come quei tre davanti. Suarez-Messi-Neymar: sono anni che non faccio più il tifo per nessuno, convinto che si tratti sempre di febbre tifoide. Però stavolta faccio una sana eccezione: sarei immensamente felice che la difesa della Juventus tritasse questi tre, bambocci e Pistolero compreso. 

    2. Il raccattapalle, ce l’avete presente?  E’ quello che quando il Real Madrid vince 1-0 nasconde il pallone sotto la pettorina della Champions League. Vuole perdere tempo, il gol di Ronaldo può bastare per andare in finale. Evra lo bracca? Il raccattapalle se ne frega. Subito gli avrei dato 10, mi sembrava simpatico, un paraculo, uno dei nostri, all’italiana. Patrone mi ha convinto: 2. 

    1. A chi ha deciso che la Roma doveva vendere Mehdi Benatia al Bayern Monaco. Lui è uno dei meno peggio, anche nella notte che vede i bavaresi uscire dalla Champions. Non è solo questione di voti, è soprattutto questione di carattere. Uno così non lo devi mai vendere se vuoi davvero aprire un ciclo vincente. 

    0. Zero tituli. Cristiano Ronaldo, ultimo Pallone d’Oro, questa volta rischia di non vincere nulla: non la Champions, non il campionato spagnolo, nulla. Pare che il prossimo Ballon si possa decidere nella finale di Berlino. Tevez e Buffon lo sanno, ci sperano. Per Gigi significherebbe eguagliare Jasin. Esatto, quello del libro. Sarebbe bellissimo per chi passa la vita solo, in ultima fila, sul filo della frontiera. Vita di un portiere. 

    Giampiero Timossi

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