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  • Tommasi, qui tutti ci rimettono una valanga di soldi meno i calciatori: perché non si tagliano l'ingaggio?

    Tommasi, qui tutti ci rimettono una valanga di soldi meno i calciatori: perché non si tagliano l'ingaggio?

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Tommasi ha tutte le ragioni del mondo quando pretende - usando parole durissime - che ci sia rispetto per la salute dei calciatori. E’ assurdo chiedere che si allenino assieme, con il rischio folle di alimentare il contagio, così come non ha avuto senso continuare a mandarli in campo con precauzioni abbastanza ridicole nelle ultime partite alle quali abbiamo assistito. Hanno preteso che non si dessero la mano prima della gara o che non si abbracciassero dopo un gol, come se questo fosse sufficiente a evitare contatti ravvicinati. Ma il calcio non è il tennis, uno da una parte della rete e uno dall’altra, senza alcun rapporto diretto. E infatti adesso i giocatori positivi abbondano.

    Il presidente dell’Associazione calciatori, cioè del sindacato che unisce i campioni milionari e i ragazzi che in serie C sperano di incassare il loro stipendio, dovrebbe però parlare anche dell’effetto finanziario del Coronavirus sul calcio. Che è devastante, come su ogni aspetto dell’economia: dalla grande industria ai piccoli imprenditori, tutti ci stanno rimettendo moltissimo, e molti dipendenti rischiano di perdere il lavoro.

    Nel calcio il Coronavirus toglierà una valanga di soldi a tutti: alle società, tra mancati incassi da stadio e riduzione dei proventi dai diritti tv; ai network televisivi, che perdono pubblicità e forse anche abbonatI; alle grandi organizzazioni nazionali e internazionali che gestiscono le competizioni (pensate solo a quanto costerà alla Uefa lo spostamento dell’Europeo). Parliamo di decine, anzi centinaia di milioni di euro.

    Mentre il mondo attorno a loro rischia di crollare, i calciatori non ci rimettono un euro. E’ normale che questo accada? E’ logico che Ronaldo incassi sereno i suoi 31 milioni netti, Lukaku i suoi 7,5, Donnarumma i suoi 6 mentre le loro società perdono introiti di straordinario rilievo? Perché solo i giocatori sono immuni da qualsiasi decurtazione? E’ giusto che alcuni club (non Juve, Inter e Milan, ovviamente) rischino addirittura il fallimento se verranno ridotti i soldi attesi dai diritti televisivi, mentre i loro calciatori incassano fino all’ultimo euro?

    La salute viene prima di tutto e Tommasi fa bene ad alzare la voce perché venga tutelata quella dei calciatori. Ci aspetteremmo, però, che facesse capire di essere anche lui, con i suoi associati, sulla terra e non su un altro pianeta. In fondo basterebbe che dicesse: i calciatori di serie A sono pronti a tagliarsi gli ingaggi del 5, 10, 20 per cento (faccia lui quanto) perché capiscono le difficoltà del calcio, un mondo che permette loro di condurre una vita da privilegiati. Ascolteremo mai queste parole, secondo voi?

    @steagresti
     

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