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  • Milan, Tonali è spremuto: né Gattuso né Pirlo, Pioli medita un passo indietro per riaverlo al top

    Milan, Tonali è spremuto: né Gattuso né Pirlo, Pioli medita un passo indietro per riaverlo al top

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    Leao, De Ketelaere, la difesa che ha incassato 25 reti in tutte le competizioni nel nuovo anno (in Italia, solo la Cremonese ha fatto peggio con 26): Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha non poche grane a cui pensare nel corso della sosta di marzo; tra queste ce n'è una meno appariscente ma ugualmente urgente, ovvero il calo di Sandro Tonali. 

    MENO GATTUSO - Il ragazzo ex Brescia, diventato col tempo un punto fermo del centrocampo rossonero, è stato spremuto negli ultimi tempi a causa delle precarie condizioni fisiche di Bennacer, riposando parzialmente solo contro la Salernitana, gara il cui risultato ha costretto Pioli a inserirlo nella porzione finale per provare ad aggiudicarsi l'intera posta. Tonali ha sempre detto di ispirarsi più a Gattuso che a Pirlo, cui molti lo accostavano in gioventù, e è proprio il mordente di Ringhio quello che al momento gli sta mancando. Se prima non era nessuno dei due, ma sapeva di essere Tonali nella sua unica ed efficace maniera, adesso sembra tornato come Balto, il cane-lupo che sa solo cosa non è. 

    NEI DATI - Dal derby di campionato perso contro l'Inter, cioè da quando è stato varato il passaggio al 3-4-2-1, Tonali ha perso 17 dei 26 contrasti tentati. Questo si può spiegare attraverso un calo fisico o anche l'aggiunta di un difensore sottraendo una pedina alla trequarti: il centrocampo è meno folto e la cerniera rossonera è più esposta ai duelli individuali. Ne sanno qualcosa i centrocampisti dell'Atalanta, che è stata una delle prime squadre ad introdurre, con Gasperini, questa disposizione in campo con continuità in tempi recenti. L'8 gennaio contro la Roma, partita che il Milan ha buttato via negli ultimi minuti dilapidando il vantaggio di 2-0, Tonali aveva recuperato ben 7 palloni; da lì in poi, il suo massimo è stato 3. 

    AZZURRO - Il ct dell'Italia Mancini lo inserirà in un centrocampo a 3, magari da vertice basso, che è il ruolo che ricopriva a Brescia, oppure da mezzala a fianco di Jorginho; nulla che il Milan abbia mai proposto con decisione nel corso della gestione Pioli. La fine del mese di marzo servirà allora al tecnico rossonero per mettersi a tavolino e studiare la miglior disposizione per, usando le sue parole, "giocare un calcio che ci piace di più e che siamo in grado di fare". 

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