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  • Torino a Firenze per l'Europa, come 5 anni fa...

    Torino a Firenze per l'Europa, come 5 anni fa...

    • Nicolò Vallone
    Nella 29^ giornata di Serie A, l'Artemio Franchi di Firenze saluterà il ritorno del campionato dalla pausa-nazionali con una sfida al sapor d'Europa. Soprattutto per la squadra ospite. La Fiorentina, scivolata al 10° posto dopo un filotto di 2 pareggi e 2 sconfitte nelle ultime 4 giornate, riceve infatti il Torino, che ha trovato appieno la propria identità in questa seconda parte di stagione ed è in piena corsa per la qualificazione in Europa League, distante al momento solo 1 punto.

    Domenica pomeriggio il Toro scende dunque in campo a Firenze per sognare l'Europa. Una situazione che, mutatis mutandis, ci riporta a una serata di quasi 5 anni fa. Era il 18 maggio 2014: al posto di Belotti c'era Immobile, al posto di Baselli c'era Tachtsidis, al posto di Ansaldi c'era Darmian, al posto di N'Koulou c'era Glik, al posto di Mazzarri c'era Ventura (quando ancora era un profeta di provincia e non poteva immaginare gli incubi a tinte azzurre di qualche anno dopo). Negli ultimi 90 minuti della stagione i granata si giocavano l'Europa League, dopo un ventennio di ascensore tra Serie A e B. Per centrare l'obiettivo, l'unico faro doveva essere espugnare al Franchi: il Parma, rivale per il fatidico 6° posto, era impegnato in casa contro il fanalino di coda Livorno. E infatti avrebbe vinto 2-0.

    Quel pomeriggio il Torino doveva pensare soltanto a battere la Fiorentina, allenata da Montella, già sicura al 100% dell'Europa League dall'alto di un già matematico 4° posto, ma desiderosa di concludere l'annata con una bella figura davanti al proprio pubblico. Difatti, dopo un primo tempo a reti inviolate, furono proprio i viola a passare in vantaggio a inizio ripresa: fallo di Vives su Cuadrado in area, rigore decretato da Rizzoli, e Giuseppe Rossi implacabile dagli 11 metri. Il Toro allora si gettò furiosamente in avanti e trovò il pari: discesa di Cerci sulla destra, palla bassa in mezzo, tap-in vincente del neo-entrato Marcelo Larrondo. Ora c'era da completare il ribaltone, ma il rischio di ripartenze letali era dietro l'angolo, e infatti a un quarto d'ora dalla fine Cuadrado, ancora lui, si involò in campo aperto e al momento giusto servì un giovane Ante Rebic, che da pochi passi a botta sicura trafisse Padelli.

    Incassato il 2-1, il Torino però andò subito a riprendersi il pareggio grazie a una precisa bordata su punizione di Jasmin Kurtic. Mancavano 10 minuti scarsi al fischio finale. Il Toro, riuscito due volte a rimontare il vantaggio viola, doveva andare a segnare il terzo gol, altrimenti addio sogni europei. Proprio all'ultimo minuto, ecco materializzarsi l'occasione perfetta per realizzare la missione: scivolata sconsiderata di Roncaglia in area, atterrato Barreto; altro rigore fischiato da Rizzoli, stavolta per i granata (in completo bianco per l'occasione). Dal dischetto non poteva che andare Alessio Cerci, leader tecnico della squadra. Il suo sinistro, però, fu respinto da Antonio Rosati, secondo portiere della Fiorentina che sostituiva l'infortunato Neto.

    Finì 2-2, con le lacrime di Cerci che aveva appena fallito un penalty più che decisivo. Al 6° posto arrivò il Parma, che però non avrebbe disputato l'Europa League per inadempienze nell'acquisizione della licenza UEFA (preludio al fallimento dell'anno dopo). Sarebbe stato 'ripescato' quindi il Torino, che in tal modo nel 2014-2015 avrebbe vissuto il suo sogno continentale nonostante quella drammatica sera di Firenze. Un sogno infranto agli ottavi di finale sotto i colpi dello Zenit di Criscito, Hulk e mister Villas-Boas.

    E per ironia della sorte, l'attuale terzo portiere del Toro è proprio Rosati. L'uomo che, munito di maglia della Fiorentina e guantone avvelenato, in una serata di maggio di 5 anni fece piangere Alessio Cerci e il popolo torinista.

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