Rolando Bianchi non è in forma e non è sereno e il Torino ne risente. E' una punta di indiscusso valore, ma non è tranquillo e si vede lontano un miglio. Nel girone di ritorno di questo campionato ha trovato la via del gol solo contro il Siena (su azione) e a Cagliari (su rigore). Gli manca segnare con continuità, ma a Bianchi manca anche quella serenità necessaria ad un attaccante per rendere al meglio. Questa serenità non c'è perché la questione relativa al suo contratto, inevitabilmente, lo condiziona. Potrà negarlo lui, suo fratello (e manager), anche Ventura, però questa situazione incide eccome sul suo rendimento. Può risultare un paradosso, ma forse lasciarlo riposare qualche gara potrebbe rivelarsi utile, per lui e per il Toro: contro il Parma gli sono piovute addosso parecchie critiche, giustificate ma dolorose.

Evidentemente c'è bisogno di qualcosa di diverso nel Toro e nell'attacco granata: la soluzione più congeniale a Ventura è quella che porta il nome di Barreto e Meggiorini, non due goleador di razza, ma due giocatori che in campo si intendono e dialogano, favorendo anche il buon gioco della squadra. Per caratteristiche Bianchi non ha questo feeling con le altre punte e con i compagni: l'ex giocatore del Manchester City è più giocatore d'attacco che fa reparto da solo, un po' come gli è successo a Parma, pur non trovando il gol. Al Toro però manca proprio questo, ora: il cinismo. Ventura dove provare a cambiare qualcosa per ritrovare la via della rete, con un minimo di continuità. Barreto non si è ancora sbloccato, mentre Meggiorini ha segnato solo all'Inter: i presupposti non sono dei migliori, ma almeno tra loro due (entrambi ex Bari) c'è intesa tattica. Potrà essere questa la soluzione possibile (e probabile) per affrontare la Lazio, domenica prossima, a Torino.