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  • Torino: Cairo furibondo tiene a rapporto Mihajlovic, tutte le colpe dell'allenatore

    Torino: Cairo furibondo tiene a rapporto Mihajlovic, tutte le colpe dell'allenatore

    Neanche fine ottobre e il campionato del Toro è già concluso. Straordinaria impresa dei granata che sono riusciti a far meglio persino dello scorso campionato, quando almeno avevano retto fino a gennaio. L'infortunio di Belotti è stata la foglia di fico per nascondere i difetti di una squadra voluta da Sinisa Mihajlovic e costruita a propria immagine e somiglianza. Ma è caduta e ha svelato un disastro. La Stampa in edicola oggi s'interroga: chi ha voluto Niang? Chi ha pensato di coprire le spalle di Belotti con Sadiq? Chi ha allenato (allenato?) il reparto difensivo? Chi ha voluto cedere Benassi? Chi non ha fatto progredire la squadra in oltre un anno? Domande con solo una risposta: Sinisa Mihajlovic. Il presidente Cairo l'ha accontentato da cima a fondo, il tecnico non ha scuse. La classifica è andata, forse è il caso di non indugiare troppo anche sul resto. Perché si può sempre fare peggio. 

    Terreo, Cairo. Sconvolto. Allibito. Preoccupatissimo. E con una rabbia dentro degna di un vulcano vicino all'eruzione. Come si legge su Tuttosport, così è stato visto in tribuna, così è stato descritto non solo al Franchi: già da martedì pomeriggio. Poi, dopo la nuova batosta, la sua discesa negli spogliatoi. Cairo è rimasto lì per lunghissimo tempo, con i giocatori e con Mihajlovic. Un confronto teso e severo, inevitabilmente. Parlano i fatti, d’altra parte. Dal derby in poi, passando per i disastri sul prato e per le vergogne a parole (Mihajlovic su Anna Frank, l’altro ieri: "Chi è?"), il presidente del Torino ha progressivamente assistito al tracollo sportivo e morale del suo allenatore. Un allenatore che già era finito sulla graticola alla metà della scorsa stagione, e anche a lungo, tra continue voci e indiscrezioni su crescenti dissapori (eufemismo) fra lui e Cairo. Prima di un ricompattamento dei quadri a giugno: forse frutto, però, più della contingenza che della convinzione. Anche durante la visita presidenziale in ritiro qui a Firenze, ben prima della partita, volavano già molto basse per Miha. E, occorre di nuovo precisarlo, non solo per motivi prettamente sportivi. Troppo gravi anche per Cairo, ovviamente, erano state quelle parole del tecnico in conferenza stampa, sui fatti di Roma e sulla figura di Anna Frank. Il tutto, però, va sempre inserito all’interno dello scenario sportivo, questo sì dirimente: perché, sul campo, il Toro si sta progressivamente suicidando in un crescendo di scelte sbagliate, tra giocatori che assorbono sempre meno i dettami di Mihajlovic. L’allenatore serbo (che al Franchi ha pure visto la sentenza colpevolista delle sue decisioni estive: in testa il defenestramento di Benassi, condito dai 15 milioni fatti invece spendere per un Niang ancora e sempre insulso, sul prato), ebbene: l’allenatore serbo, si diceva, potrebbe solo ringraziare il fatto che il Cagliari arriva già domenica, e oggi è giovedì. Se no... 

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