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  • Torino:| Lerda senza più alibi

    Torino:| Lerda senza più alibi

    Ha fatto molto il presidente Cairo per difende­re Lerda, in tutti questi mesi, andando ben oltre l’aspetto contrattuale che lega il tecnico cuneese al Torino fino al 2012. Ha fatto molto, moltissimo, e più ancora intende fare nei prossimi giorni. Il presidente e il suo braccio destro Petrachi hanno davvero protetto in ogni modo Lerda, sia in pubblico sia in privato. Funziona bene il ca­nale di comunicazione tra il patron e il ds: capaci di con­frontarsi anche in modo acco­rato nei momenti di crisi, co­munque inclini a trovare una sintesi appropriata, nel rispet­to dei ruoli: di qui il padrone, di là il dipendente più ascoltato. Proprio questa unità d’intenti tra Cairo e Petrachi ha favori­to l’opera della società nel di­fendere l’allenatore e nel met­tere sotto pressione la squa­dra, a tempo debito. Cioè ripe­tutamente. Presidente e ds ap­paiono sempre più determina­ti nel confessare lo spogliatoio, nell’ascoltare Lerda e i suoi col­laboratori, financo a inviargli caldi inviti. Come il passaggio al 4-4-2, per esempio. Sarebbe ingeneroso e fors’anche esage­rato scrivere che Lerda viag­gia con uno o più tutor alle spalle, i vertici dirigenziali. Pa­rimenti, sarebbe errato, perché miope e non aderente alla realtà, descrivere un allenato­re lasciato solo nelle scelte più importanti. Non è un mistero: chi di dovere in questi mesi si è ripetutamente preso l’impe­gno anche di contraddire in privato Lerda, per aiutarlo a sbagliare di meno e per aggiu­stare l’aggiustabile. Chiamia­moli “franchi scambi di opinio­ne”, quelli andati in onda per esempio tra Lerda e Petrachi. Utili, fin indispensabili, purché però l’allenatore sia pronto a confrontarsi senza partir pre­venuto: con la giusta predispo­sizione, insomma. Si può mi­gliorare in tutto, d’altra parte.

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