L'Angelo granata è pronto al rientro. Dopo una settimana e più di intenso lavoro, smaltito l'affaticamento muscolare accusato durante l'amichevole di Cremona e che gli ha impedito di essere protagonista contro il Napoli, il centralone granata ora scalpita ed ha una gran voglia di riprendersi la maglia da titolare sabato sera a Bologna. Non intende più perdere tempo, si è proprio stufato di dover guardare i compagni combattere e lottare dalla tribuna o dalla panchina, vuole cancellare in fretta quelle scorie derivate dai vari infortuni più o meno gravi che lo hanno colpito nell'arco di questa stagione e offrire il proprio contributo in questo finale di campionato. 

RITORNO - Ancora ieri Angelo Ogbonna ha mostrato grande impegno durante l'allenamento, evidenziando anche uno stato di forma buono che offre ampie garanzie sul suo rendimento futuro. Cosa che ha tranquillizzato lo staff medico e soprattutto l'allenatore. Il Torino ha bisogno della sua forza ed eleganza, del suo equilibrio e della sua personalità, tutte cose cose che sono un po' mancate ultimamente a un collettivo che qualcosina ha perso rispetto a qualche settimana fa. Guillermo Rodriguez, indisponibile per il match del Dall'Ara perché squalificato, ha ben sostituito Ogbonna, ma è ovvio che il difensore di origine nigeriana garantisce tutte quelle qualità, di cui sopra, che l'uruguaiano per caratteristiche proprie non possiede. Quindi, sabato sera a Bologna, il Torino ritrova la sua difesa titolare con l'inossidabile Kamil Glik, che non ha problemi a giocare (e bene) al fianco di chiunque, e appunto Ogbonna. La speranza dei tifosi granata è che il buon Angelo non ripeta l'opaca prova di Cagliari, costellata da qualche errore di troppo e segnata da un'espulsione decisiva. L'auspicio è invece che torni da subito quel difensore eccellente che aveva convinto perfino Cesare Prandelli a chiamarlo in Nazionale. 

FINALE DECISIVO - Già, la Nazionale. Uno degli obiettivi di Angelo Ogbonna, deciso a rifrequentare in fretta il giro azzurro e magari partecipare alla Confederations Cup, giunta alla sua nona edizione, in programma in Brasile dal 15 al 30 giugno. Per essere però chiamato tra gli eletti di Prandelli però bisognerà meritarselo in campo, magari aiutando il Torino a chiudere definitivamente il discorso salvezza e contribuendo alla crescita di un gruppo che, al suo primo anno di serie A ha saputo far bene ma che può ancora togliersi parecchie soddisfazioni. Poi il futuro, il mercato, forse un'altra squadra. Ma questi sono discorsi ancora prematuri... 

(Tuttosport - Edizione Locale)