Almeno un punto. Tanto per dimenticare la beffarda sconfitta contro la Roma e rinsaldare una classifica che qualche ansia la crea ancora. Questo l'obiettivo del Torino per l'insidiosa trasferta di Firenze che anticiperà di una settimana l'atteso derby dell'Olimpico di cui, a livello di tifoserie, già si parla tanto. Arrivare alla stracittadina con in dote un buon risultato conseguito a Firenze regalerebbe ai granata ulteriori stimoli per affrontare al meglio i 'cari' cugini e per magari provare a togliersi una grande soddisfazione attesa da anni.

CONCENTRAZIONE - Ma a Firenze sarà dura. Lo stato di forma dei viola, ottimo, e le qualità tecniche degli interpreti di Vincenzo Montella, notevoli, lasciano presagire una partita particolarmente sofferta per il Torino. Una sfida che dovrà essere affrontata con il massimo della determinazione e soprattutto senza quegli improvvisi cali di tensione che hanno contraddistinto i finali delle recenti partite. In questi giorni di allenamenti intensi e prevalentemente tattici, lo staff tecnico ha richiamato i giocatori a una maggiore concentrazione e a un maggior rispetto dei compiti affidati a ciascuno appena prima di scendere in campo. In effetti, sia contro Roma che contro Bologna, alcune 'disattenzioni' tattiche sono costate care al Torino. Le responsabilità individuali, ovviamente, sono state fatte notare nel tentativo di evitare eventuali ripetizioni. E si è anche studiato e cercato di rimediare a errori di reparto, o meglio, generali, che tendono a verificarsi ocn una certa frequenza soprattutto in occasioni di calci da fermo.

TATTICA - Tuttavia l’impostazione del lavoro di granata è ovviamente basato sulle dififcoltà tattica che propone la sfida di Firenze. A spaventare gli strateghi torinisti, ancor prima del talentuosissimo Stevan Jovetic, peraltro in odore di rientro ma non sicuro di giocare, è Juan Cuadrado. Proprio le sue accelerazioni, i suoi cambi di fronte e le sue serpentine inducono a ricercare misure in grado di arginarne l'estro. E il primo obiettivo sarà quello di impedire che venga rifornito sistematicamente di palloni. A ciò si sta studiando non proprio una gabbia ma un sistema di marcature a scalare, un po' come si era fatto con Marek Hasmik, in occasione della sfida contro il Napoli, ben sostenuta ma compromessa nell'incredibile finale.

LA NOVITA' - Il recupero di Valter Birsa potrebbe risultare una risorsa non da poco. E per vari motivi. Lo sloveno pare aver definitivamente archiviato le fastidiose e dolorose conseguenze della distorsione alla caviglia sinistra rimediata con la sua Nazionale e per Firenze entra in ballottaggio con Mario Santana non particolarmente brillante contro la Roma. Il buon Birsa, quando è stato utilizzato, ha sempre risposto nel modo migliore. Pur non essendo un esterno di ruolo, bensì un trequartista 'adattato' a muoversi sulla fascia, grazie alla sua duttilità è riuscito a garantire un buon contributo e pure qualche gol. Inoltre una sua presenza in campo può garantire una maggiore gestione dei tempi di gioco da parte del Torino rispetto a quando gioca l'argentino. Santana è più veloce e ficcante, Birsa è più 'ragionatore', avendo il passo del vero centrocampista.

IL PROBLEMA - Birsa in campo subito a Firenze, dunque? Dipende. Già, perché normalmente lo staff tecnico è piuttosto conservativo almeno nella formazione iniziale e l'ingresso dal primo minuto di Birsa imporrebbe una rivoluzione a sinistra che, peraltro, dovrebbe già prevedere l'ingresso di Danilo D'Ambrosio al posto di Masiello. Una cordata di sinistra tutta nuova contro i viola potrebbe essere un rischio, anche se la tentazione è forte. Forse la soluzione potrebbe stare nel mezzo, cioè... nell'intervallo. Ossia, partono Santana e D'Ambrosio, con Birsa subentrante nella ripresa. Forse la strada più comoda, tanto più che lo sloveno spesso è diventato importante proprio partendo dalla panchina.

(Tuttosport - Edizione Locale)