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  • Torino camaleontico:| Con Vives si può

    Torino camaleontico:| Con Vives si può

    • A.S.

    Come prima, più di prima. Lo stop di Is Arenas non ha alterato il progetto e neppure creato particolari allarmi. Resta il semplice fatto di una balorda sconfitta da cancellare per ripartire con l'obiettivo di traguardare in fretta la fatidica quota 40 punti e raggiungere così la sicurezza della permanenza in serie A. I cattivi pensieri relativi alla sfida contro il Cagliari sono stati archiviati e la concentrazione dei granata è ormai catalizzata soltanto sul Palermo delle mille contraddizioni, tornato nelle mani di Gian Piero Gasperini, e affamato come non mai di punti.

    DIFFIDENZA - Guardando la classifica e alla luce delle ultime vicende che hanno contraddistinto, sin qui, il tribolato campionato rosanero, parrebbe un impegno non particolarmente difficile per il solido Torino. Però Giampiero Ventura, giustamente, pensa l'esatto contrario. Conosce molto bene il collega sull'altro fronte, l'aveva perfino studiato quando Gasperini aveva inventato il Genoa champagne, andando a carpirne i segreti a Pegli, nel ritiro rossoblù. E proprio questa profonda conoscenza sull'avversario di domenica induce il tecnico a usare ancor più cautela 'tattica' del solito. Non si fida, insomma, delle debolezze del Palermo, temendo invece quelle doti esistenti ma finora non ancora espresse da parte di giocatori comunque di valore. meglio alzare la soglia dell'attenzione, dunque, onde evitare brutte sorprese.

    STRATEGIA - Il camaleontismo fa un po' parte del retroterra culturale-tecnico di Ventura. Uno dei suoi pregi, infatti, è la capacità di leggere una partita non soltanto in corso d'opera ma anche in anticipo e di conseguenza predisporre eventuali contromisure alle mosse avversarie. L'allenatore genovese è riuscito a formare un gruppo di giocatori eclettico in grado di sostenere qualsiasi cambiamento di modulo, naturalmente partendo da quello di base, cioè il 4-2-4. E uno dei granata che forse più di altri attualmente riesce a corrispondere nel migliore dei modi alle aspettative del tecnico è Giuseppe Vives. Calciatore di sostanza più che di qualità ma utilissimo in qualsiasi zona del campo e soprattutto a centrocampo. Ma tornando al camaleontismo ecco che domenica, a seconda delle contingenze della partita, il Toro potrà cambiare pelle più volte. Magari partendo con il 4-2-4 per poi passare, eventualmente, al 4-3-3, irrobustendo un po' la zona mediana nel tentativo di irretire le probabili ripartenze rosanero. E non è escluso perfino il ritorno al 4-4-2.

    IL PERNO - E potrebbe essere proprio Vives a diventare un po' il protagonista dei cambiamenti. Già, perché il mediano originario di Afragola partirà comunque al fianco di Alessandro Gazzi ma in caso dell'entrata in campo di un altro centrocampista (Basha o Brighi, ndr), e quindi nel caso di una riconversione al 4-3-3, scivolerà un po' più a sinistra. Non si muoverà, eventualmente, proprio da esterno, anche se alcuni dei suoi compiti difensivi saranno quelli, ma stazionerà nella zona mancina con il precipuo compito di aumentare la densità su una fascia che potrebbe creare problemi alla difesa granata. Tra l'altro Vives sta attraversando un buon periodo e non a caso, soprattutto in quest'ultimo periodo, Ventura non rinuncia mai a lui. Anche domenica scorsa è stato tra i migliori in campo e, a fine gara, è uscito esausto dal campo.

    BARRETO SPRINT - Ventura sta lavorando molto su Vitor Barreto. Il brasiliano sta progressivamente ritrovando la miglior condizione e sta aumentando le proprie conoscenze riguardo ai compagni. L'obiettivo a breve termine è rendere più intenso e preciso il dialogo tra l'ex udinese e Rolando Bianchi, che finora non è ancora decollato. Peccato che Barreto sia arrivato solo a gennaio. Avesse anticipato il suo approdo in granata forse gli obiettivi del Toro potevano essere altri quasi da subito...

    (Tuttosport - Edizione Locale)

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