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  • Toromania: non si può aspettare in eterno Giampaolo

    Toromania: non si può aspettare in eterno Giampaolo

    • Andrea Piva
    Il pericolo retrocessione fa davvero paura, tanta paura. Il Torino visto ieri contro l’Udinese è sembrato svuotato, privo della voglia necessaria per lottare e invertire il trend di questo inizio di campionato. La paura di andare in B è tanta perché questa squadra è sembrata totalmente incapace di trovare anche solo gli stimoli per abbozzare una reazione dopo il derby perso, per rispondere ai tifosi che martedì li hanno contestati al Filadelfia. Della catastrofica situazione del Torino il principale colpevole non è certo Giampaolo che, esattamente come gli allenatori che l’hanno preceduto, sta cercando di tirare fuori il meglio da un gruppo di giocatori inadeguati, alcuni da tempo desiderosi di cambiare aria e che hanno dato anche l’impressione di non seguire più l’allenatore. 

    A tratti il Torino visto contro l’Udinese è sembrato quello dell’anno scorso a Lecce, nell’ultima partita di Mazzarri prima dell’esonero, e senza l’incredibile dormita difensiva di Samir, che ha permesso a Belotti di riaprire la partita, la squadra di Gotti avrebbe chiuso i giochi ben prima e senza particolari patemi. Giampaolo, dicevamo, non è il principale responsabile di questa situazione, non è lui infatti ad aver condotto una campagna acquisti insufficiente, confermando giocatori desiderosi di cambiare squadra o sopravvalutati e non acquistando quelli necessari, ma l’impressione avuta ieri è che non abbia più le redini della squadra. 

    Cairo l’ha confermato, anche perché esonerarlo sarebbe ammettere una parte dei propri errori, ma questo Torino ha bisogno di una svolta per evitare di tornare in serie B. Se con Giampaolo questa svolta non dovesse arrivare nelle prossime due partite (giovedì contro la Roma e domenica contro il Bologna) non si potrà perdere altro tempo: sarà necessario un cambio in panchina nella speranza che possa arrivare la scossa necessaria a questa squadra. Poi toccherà anche a Cairo intervenire sul mercato, fare quello che non ha fatto in estate, sperando che non sia troppo tardi.

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