Toromania: benvenuto Juric, si torni a puntare l'Europa. Ma Nicola non meritava un trattamento 'usa e getta'

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Nuovo giro, nuova corsa. E stavolta a salire sulla giostra Torino è Ivan Juric, il quinto allenatore in appena un anno e mezzo. A gennaio 2020 c’era ancora Walter Mazzarri sulla panchina granata, poi si sono susseguiti Moreno Longo, Marco Giampaolo, Davide Nicola e ora il tecnico croato arrivato dopo due ottime stagioni al Verona. Ha firmato un triennale e tutti si augurano che possa rimanere al Toro fino alla fine del contratto (e magari anche dopo), il che significherebbe quantomeno che la squadra granata nel prossimo futuro vivrà stagioni tranquille, senza la paura della retrocessione.
A Juric non si può che augurare di riuscire a portare al termine il proprio lavoro senza brusche interruzioni dovute a un esonero. Certo che i tifosi del Torino non si accontenterebbero di una posizione di metà classifica, desiderano di più, di lottare costantemente per la qualificazione alle coppa Europee. E d’altronde questo è quanto Cairo promise quanto acquisì la società senza però mai riuscire a tramutare le parole in fatti.
A Juric non si può che augurare di riuscire a portare al termine il proprio lavoro senza brusche interruzioni dovute a un esonero. Certo che i tifosi del Torino non si accontenterebbero di una posizione di metà classifica, desiderano di più, di lottare costantemente per la qualificazione alle coppa Europee. E d’altronde questo è quanto Cairo promise quanto acquisì la società senza però mai riuscire a tramutare le parole in fatti.
Nel giorno dell’annuncio del nuovo allenatore, non si può però non rivolgere un pensiero anche a quello in uscita. Quel Davide Nicola usato e gettato (esattamente come capitato un anno fa a Moreno Longo) dopo aver conquistato una salvezza tutt’altro scontata: il Torino spento, senza un’anima di Marco Giampaolo lo ricordano tutti, Nicola lo ha preso al penultimo posto, gli ha dato quello spirito che gli mancava e l’ha portato alla salvezza. Avrebbe meritato di restare sulla panchina granata con una squadra costruita per lui, seguendo le sue indicazioni. Ma la gratitudine è un sentimento che fa sempre meno parte di questo calcio.
Frank93 io son del milan e qui centro poco! Ma il rispetto x il grande toro non deve mancare. Son cresciuto in una famiglia di milanisti ma quando mio padre minportava a torino, la tappa a superga era d’obbligo. Sempre! Qui non e’ un discorso di tifoseria qui e’ un discorso che non va nemmeno iniziato. E se va iniziato va solo iniziato e finito mettendoti le mani in faccia e non smettere finchè nemmeno tu ti riconosci ! Idiota
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