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  • Toromania: è più bello salvarsi davanti a Lotito. Il Toro è da A, ma Cairo è da B

    Toromania: è più bello salvarsi davanti a Lotito. Il Toro è da A, ma Cairo è da B

    • Andrea Piva
    Il Torino è salvo e c’è ancora più gusto nell’aver scacciato definitivamente l’incubo della retrocessione in casa della Lazio, davanti agli occhi di Simone Inzaghi (che a marzo vaneggiava sui presunti vantaggi che la squadra di Davide Nicola avrebbe avuto nel giocare quella partita nella data originale, nonostante l’Asl avesse vietato anche solo gli allenamenti) e a quelli di Claudio Lotito. A proposito del presidente della Lazio, chi si indigna per un recupero avvenuto tra la penultima e l’ultima giornata di campionato dovrebbe chiedere conto proprio al patron biancoceleste (oltre che alla Lega) per tutti quei ricorsi, che sapeva benissimo che avrebbe perso, ma che hanno fatto slittare il recupero fino a ieri. 

    Con lo 0-0 di ieri il campo ha decretato che il Torino è ancora da serie A ma solo perché ci sono state tre squadre che sono riuscite a fare ancora peggio, non perché la squadra granata l’abbia davvero meritata questa salvezza. E poi c’è Urbano Cairo, che a differenza della sua squadra è da serie B: la lite con Immobile davanti allo spogliatoio e la replica via Instagram, in cui non solo non ha smentito le accuse che gli ha mosso l’attaccante ma ha replicato rivangando vecchi rancori, non sono certamente degni di un presidente da serie A. E se a questo aggiungiamo gli insulti alla sindaca Chiara Appendino e la lunga serie di promesse e buoni propositi mai mantenuti non ne esce un quadretto idilliaco per il presidente del Torino. 

    Dopo la partita Cairo ha immediatamente confermato il dt Davide Vagnati ma non ha fatto altrettanto con il tecnico Davide Nicola e con il capitano Andrea Belotti. “Parlerò con entrambi” ha spiegato, lasciando però presagire un addio sia dell’allenatore che del centravanti. E sarebbe un doppio errore. Non rassicurano del tutto neanche le sue parole sul futuro: non ha parlato di Europa o di progetti ambiziosi il presidente granata, non ha nemmeno parlato di voler rinforzare la società con strutture da serie A (stadio di proprietà, completamento del Filadelfia), ha solamente annunciato una rifondazione: ma ha la forza e la volontà di mettere in atto quella rivoluzione, che parta a livello dirigenziale a arrivi alla squadra, che davvero serve? I 16 anni della sua gestione non permettono di essere ottimisti. 

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