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  • Toromania:| L'arte dell'accontentarsi del minimo

    Toromania:| L'arte dell'accontentarsi del minimo

    Probabilmente ci siamo illusi. Forse abbiamo commesso l'errore di credere davvero in questa squadra, quando invece è stato tutto molto casuale. Sono considerazioni a freddo, che vengono però spontanee pensando al Toro visto nelle ultime tre partite di campionato. Otto gol presi da Cagliari e Parma (vincitrici sui granata in andata e ritorno) e zero gol segnati in due gare contro il Palermo fanalino di coda della Serie A. Pensare al pari (quasi vittoria) di San Siro contro l'Inter viene da pensare che tutto quanto di buono fatto dal Toro sia stato completamente un caso.

    Troppa negatività? Beh, è normale quando fino all'altroieri c'era un ottimismo che si è rivelato fallimentare. D'altronde se dai fiducia a una squadra e questa tradisce una volta, puoi perdonarla, ma quando inizia a tradirti un paio di volte, allora la colpa è tua che le hai concesso una nuova possibilità. Basta, bisogna diventare cinici e pensare solo ai risultati, senza farsi condizionare da emozioni e sentimenti: questi giocatori ad oggi non meritano tutto questo. Sono come tutti gli altri, anche se stavano dimostrando di avere qualcosa in più di chi li ha preceduti nel recente passato.

    Non è così: amen, ce ne faremo una ragione. Il Toro va avanti, anche se si dovrà accontentare di una salvezza risicata e che lascerà in ogni caso l'amaro in bocca ai tifosi, perché resterà allo stesso tempo una consapevolezza: 'Si poteva fare qualcosa in più'. Ed è triste che non si sia fatto l'impossibile affinché ciò si realizzasse: molti giocatori si sono accontentati del minimo. Eppure sarebbe bastato un briciolo di testa e voglia in più per far felice una piazza intera ma, evidentemente, accontentarsi è più facile e comodo che lottare per sempre nuove e superiori ambizioni.

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